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ESAME DI STATO e curriculum dello studente

da | 12 Lug 2021 | Materiali

ESAME DI STATO e curriculum dello studente

di Fernanda Mazzoli da roars.it

Si impone ormai all’evidenza che la pandemia è stata utilizzata come formidabile acceleratore nei più svariati ambiti di processi già in atto da tempo. L’Esame di Stato non poteva rimanere estraneo a questa dinamica: la riproposizione, anche per il 2021, di una forma semplificata, senza le due prove scritte nazionali e con la commissione tutta interna, salvo il Presidente, coglie al balzo le criticità sollevate da un anno in buona parte in DAD per traghettare l’esame verso nuove modalità. Il nuovo assetto, da cui germoglieranno ancora altre trasformazioni, non dovrebbe né stupire, né scandalizzare, in quanto è perfettamente coerente con le politiche scolastiche attuate dai tanti governi succedutisi dalla fine del secolo scorso ad oggi. La matrice di tali politiche, da collocarsi nell’ottica dell’apprendimento permanente, è da ricercarsi nel Libro Bianco di Edith Cresson (1995), documento cruciale da cui dobbiamo partire per fare il punto sulle nuove modalità di svolgimento dell’esame e per avanzare ipotesi su futuri sviluppi. Esso mette in discussione il titolo di studio come canale esclusivo o privilegiato per l’occupazione e suggerisce una soluzione più flessibile: una “tessera personale delle competenze” sulla quale andrebbero riportate conoscenze e competenze acquisite via via dal titolare nel corso di tutta la sua vita attiva. Vengono individuati come partners di diritto degli Istituti d’istruzione nel processo di formazione (e nel riconoscimento delle competenze maturate) innanzitutto le imprese, e poi le associazioni, gli enti territoriali, i movimenti dei consumatori, le agenzie specializzate in settori come turismo, energia ed ambiente. Non è azzardato ritenere che in un futuro non molto lontano il peso crescente degli attestati conseguiti in ambito extrascolastico e certificati da una pluralità di organismi accreditati come formatori (imprese, associazionismo, società private con finalità culturali, organi territoriali) tenderà, se non a sostituire, sicuramente ad integrare in modo decisivo l’esame conclusivo del ciclo di studi secondari. A questo servirà il Curriculum dello studente.

Si impone ormai all’evidenza che la pandemia è stata utilizzata come formidabile acceleratore nei più svariati ambiti di processi già in atto da tempo di ridisegno e riassestamento delle strutture portanti della nostra società. Il fenomeno è particolarmente evidente a livello di politiche scolastiche dove, come è stato puntualmente analizzato e denunciato anche in questo sito[1], il Covid 19 ha fornito l’occasione per promuovere e rafforzare, attribuendo loro il sigillo dell’inevitabilità, digitalizzazione e riduzione dei contenuti culturali, mentre si è persa l’occasione, che invece le circostanze avrebbero perentoriamente richiesto, per una salutare pausa di riflessione relativamente all’Invalsi o all’alternanza Scuola-lavoro, cui non è bastato cambiar nome -PCTO[2] – per cambiar sostanza.

L’Esame di Stato non poteva rimanere estraneo a questa dinamica: la riproposizione, anche per il 2021, di una forma semplificata, senza le due prove scritte nazionali e con la commissione tutta interna, salvo il Presidente, coglie al balzo le criticità sollevate da un anno in buona parte in DAD per traghettare l’esame verso nuove modalità. Ad accreditare l’ipotesi è lo stesso ministro Bianchi che difende la serietà della nuova formula e, alla domanda dell’intervistatore sulla possibilità che questa possa divenire modello per gli anni prossimi, si mostra cautamente favorevole.[3]

Chi scrive non nutre nostalgie per il saggio breve e la tesina, entrambi espressione, pur con diversa gradualità, di una prassi fondata su procedure di copia- incolla ed assemblaggio di materiali offerti rispettivamente in versione cartacea e/o digitale. Nel colloquio, il confronto sui contenuti disciplinari risulta sempre più sacrificato alla presentazione, spesso preparata sulla base di format prestabiliti, dell’ esperienza di alternanza Scuola-Lavoro cui si è aggiunta, nel 2019, una chiacchierata alquanto vacua su altrettanto fumosi percorsi di Cittadinanza e Costituzione, cui non corrispondeva alcuna disciplina specifica.[4] Non solo: all’orale, la verifica degli apprendimenti curricolari è stata affidata ad un argomento pluridisciplinare, estratto a sorte dal maturando tra una rosa scelta dalla Commissione, il quale offriva spesso pretesto a stentati, quando non surreali, collegamenti, non molto dissimili da quelli che costituivano la trama della tesina, nel frattempo soppressa.

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Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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