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Formati o formati

da | 2 Lug 2021 | Materiali

fo’rmati o forma’ti

Di Giovanni Carosotti e Rossella Latempa da roars.it

Nei documenti che stiamo esaminando si prevede innanzitutto l’istituzione di un «organismo qualificato», la Scuola di Alta Formazione, dal nome altisonante, la cui gestione (INVALSI, INDIRE) rivela fin da subito l’impronta metodologico – didattica.

Si tratta in altri termini, come abbiamo scritto più volte, di un’azione di disciplinamento che attacca direttamente i contenuti dell’articolo 33 della Costituzione. Azione di disciplinamento che, da una parte, cerca di attrarre parte della componente docenti con la promessa di una gratificazione stipendiale tutta da quantificare, purché ci si adatti completamente alle nuove direttive; dall’altra, nella consapevolezza di una ragionevole resistenza a far proprie, come fossero verità assolute, procedure didattico-pedagogiche discutibili, con un ricorso chiaramente tendente alla coercizione; potenziando -come in parte già avvenuto- i poteri del Dirigente scolastico, che dovrà dare prova di «leadership educativa», nonché di capacità «organizzativa e gestionale». Quali, in particolare, le responsabilità del Dirigente? Far sì che le scuole siano «poste nelle condizioni di poter erogare servizi adeguati»[3], espressione già di per sé molto indicativa, con tanti saluti alla scuola inclusiva e “affettuosa”.

Si tratta di una cessione di gestione e contenuti all’esterno, in nome di interessi che con la formazione degli alunni ben poco hanno a che fare.

Ovviamente, per poter realizzare questo programma, «la prima condizione […] è che ogni istituzione possa contare sulla presenza di un suo dirigente scolastico». Che si tratti di una funzione immaginata in chiave autoritaria, sul modello di gestione aziendale, lo si capisce poco dopo:

«Tali figure sono fondamentali per la qualificazione dell’azione amministrativa in campo educativo, per le funzioni di supporto alla formazione, innovazione e ricerca, per le azioni di monitoraggio, consulenza e accertamento, per la valutazione e il miglioramento del sistema nazionale d’istruzione».

Un ruolo, dunque, fortemente condizionante del Dirigente Scolastico che finora è stato in parte contrastato in diverse scuole, laddove è ancora presente una forte consapevolezza dei propri diritti da parte del Collegio dei Docenti.

Proprio per tale motivo, e questa ci sembra la novità più importante contenuta nelle Linee guida, è prevista la riforma degli organi collegiali, ponendo fine alla democrazia effettiva presente nelle scuole attraverso i Decreti delegati. Sono questi che ancora consentono ai docenti di operare resistenza, e che -intelligentemente, dal punto di vista dei riformatori- si vogliono sostanzialmente bloccare nelle loro prerogative di governance, facendone un docile strumento dell’uniformità educativa e pedagogica che si vuole imporre ai docenti. Vediamo in quale modo furbo il testo dice e non dice, nasconde la sostanza autoritaria delle intenzione con un linguaggio che sembra dire l’esatto contrario:

«All’autonomia [degli organi collegiali] deve affiancarsi la solidarietà e la responsabilità»

dove per solidarietà si intende il piegarsi alle richieste degli stakeholders esterni – poco più avanti richiamati – o degli standard valutativi, come vedremo nella successiva parte della nostra analisi; questo in nome di un interesse collettivo che certo i docenti non hanno diritto di limitare, tanto più per rivendicazioni di carattere corporativo; e per responsabilità si intende invece la rinuncia alle proprie intenzioni pedagogiche, l’allineamento al pensiero unico (collegiale e ministeriale) in nome del diritto degli studenti al successo formativo, considerato tale in nome delle richieste dell’apparato produttivo. Solidarietà infatti significa «porre le scuole al centro delle dinamiche territoriali, come motore della crescita culturale della comunità»; inoltre, le decisioni saranno poste insindacabilmente sotto le lenti della procedura oggettiva del Sistema nazionale di valutazione.

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Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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