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ATA. Sempre a costo zero?!!!

da | 3 Apr 2021 | Materiali

ATA. Sempre a costo zero?!!!

di Giuseppe Follino dalla rivista COBAS

Con l’avvento della pandemia parte del personale ATA ha svolto le proprie mansioni con il lavoro agile o smart working. Una nuova modalità di lavoro, ma anche un regresso rispetto al tele-lavoro che era previsto in altri settori.
Quale prezzo per lo smart working?
Al lavoratore toccano una serie di costi in più che prima erano a carico del datore di lavoro: una subdola riduzione dello stipendio, già misero. Al tempo stesso, lo smart working rappresenta un aumento del carico di lavoro, poiché ad ogni ora e anche nei festivi viene chiesto di lavorare.
Più professionalità, ma senza formazione e aumento di retribuzione L’Autonomia a costo zero ha imposto nuove competenze professionali che il personale ATA ha dovuto forzatamente acquisire con l’autoformazione. Oggi, tutti gli Assistenti Amministrativi (AA) e Tecnici (AT) svolgono le mansioni previste dai profili dell’area C, indipendentemente dall’attribuzione di funzioni aggiuntive o posizioni economiche. AA e DSGA svolgono il lavoro che prima facevano gli UST e l’INPS, con una proliferazione di incombenze burocratiche, parallele ai tagli di organici. Fioccano richieste di competenze tributarie, giuridiche, fiscali ed economiche, non solo senza un’adeguata formazione, ma anche senza un giusto compenso. Gli AT garantiscono, non solo la funzionalità dei laboratori, ma anche quella del sistema che regge la DaD, sviluppando compe-tenze che non sarebbero nemmeno tenuti a possedere. Tutte le scuole, ormai, hanno laboratori informatici, strumenti digitali, registro elettronico; gli uffici lavorano esclusivamente via web e le scuole sopperiscono al vuoto d’organico stipulando onerosi contratti di assistenza con ditte private. La corsa affannata del MI per assumere AT nelle scuole medie per “supportare la DAD” si è rivelata ridicola: le scuole hanno avuto gli AT per 6, 12 o 18 ore settimanali. Un tempo insufficiente per seguire sia la DaD che l’ordinaria amministrazione. Gli organici dei Collaboratori Scolastici (CS) sono aumentati con il contingente covid. Era il minimo dovuto, visto l’aumento dei carichi di lavoro: scuole con ingressi moltiplicati, ciascuno bisognoso di vigilanza durante il fluire degli alunni, distribuzione di mascherine, aumento degli oneri di pulizia con frequenti igienizzazioni degli spazi usati e di ciò che vi si trova. Intanto, alcuni DS hanno dovuto recedere dalla pretesa che i CS svolgessero anche la sanificazione, per di più senza specifica formazione e senza strumentazione e dispositivi di protezione adeguati. E sempre con i soliti stipendi da fame!Occorre procedere alla revisione degli organici e alla riorganizza-zione dei profili del personale ATA, ferma da più di 20 anni.
Oltre le funzioni aggiuntive e le posizioni economiche
Tra il DSGA e gli AA, AT e CS mancano figure intermedie, presenti in altre amministrazioni pubbliche e previste anche dal Codice Civile. Inoltre, il personale ATA, seppur inquadrato nel comparto del pubblico impiego, ha un contratto di lavoro diverso, con salari minori, senza poter avere una progressione di carriera e un rico-noscimento delle professionalità.
Non si può andare avanti con il subdolo meccanismo di funzioni aggiuntive e posizioni economiche! Queste hanno sostituito la famosa area C (per AA e AT) e As (per i CS), di fatto spazzando via l’aumento degli organici ATA e la possibilità di una progres-sione di carriera prevista dall’intesa ARAN-OO.SS. del 2001 con l’istituzione del coordinatore amministrativo, a cui riconoscere le professionalità acquisite. Aumentare gli organici
Bisogna confermare anche per i prossimi anni i posti covid, ma dopo avere assunto stabilmente la stessa quantità di personale. La scuola ha bisogno di recuperare i tagli di personale ATA dei decenni passati e tutti coloro che hanno raggiunto i 24 mesi di servizio devono essere stabilizzati! I parametri di calcolo degli organici si devono basare non solo sul numero di studenti. Il numero dei plessi deve determinare un aumento d’organico più significativo rispetto a quello previsto ora. Occorre considerare anche:
• per i CS:
1) spazi (palestre, uffici, laboratori),
2) ordine/grado della scuola, assegnando alle scuole di Infanzia e Primaria alme-no 2 unità in più,
3) presenza di lavoratori con mansioni ridotte;
• per gli AA:
1) aumento dei carichi derivante dall’autonomia scolastica,
2) quantità di personale in servizio;
• per gli AT:
1) numero dei laboratori,
2) effettive ore di funziona-mento degli stessi.
In aggiunta, occorre istituire almeno 1 AT nelle scuole del I ciclo. Se questa pandemia ci ha insegnato qualcosa è che senza Sanità, Scuola e Trasporti in mano pubblica il Paese muore. Il Governo ci dia le risorse per svolgere una missione altrimenti impossibile: assicurare il servizio scolastico statale!

Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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