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OMOFOBIA in salsa veneta

da | 1 Mar 2021 | Materiali

L’assessora Donazzan non è nuova ad interventi istituzionali omofobi, alcuni anni fa inviò una circolare regionale a tutte le scuole contro l’adozione di una serie di libri di testo in cui LEI vi ravvisava una confusione di genere e di ruolo genitoriale; analogo intervento venne fatto nei confronti di molte biblioteche comunali e scolastiche. Di recente in una comparsata alla trasmissione ‘un giorno da pecora’ la Donazzan ha intonato “Faccetta nera” preferendola a “Bella Ciao”, meritandosi una tirata d’orecchio perfino dal suo mentore il governatore Zaia. E di questi giorni l’intervento a gamba tesa su di un ‘dibattito sulle realtà LGBTQ+’ previsto al Liceo Corradini di Thiene, su cui i Coordinamenti degli studenti intervengono qui sotto. G.Z.

OMOFOBIA in salsa veneta

di Coordinamenti studenteschi Nord-Est da globalproject.info

L’assessora regionale all’istruzione Donazzan, già tristemente nota per aver cantato faccetta nera in radio e per la sua vicinanza politica al fascismo, il 24 febbraio si è espressa contraria e perplessa riguardo la creazione, da parte del Liceo Corradini di Thiene (VI), di un gruppo per il confronto e per la crescita personale riguardo il mondo LGBTQ+, aperto a chiunque volesse, a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.

Alcuni genitori del Liceo si sono lamentati dell’assetto e delle funzioni del gruppo, non comprendendone il vero obiettivo, e avendo trovato un buon appiglio nella politica regionale, hanno proposto la creazione di un altro spazio in cui si possa propagandare, come se l’orientamento sessuale fosse una scelta politica, i valori della famiglia tradizionale e discutere delle problematiche, inesistenti, che le persone eterosessuali affronterebbero.

Elena Donazzan non ritiene sia opportuno che in luogo di crescita, qual è la scuola, si possano affrontare questi temi in gruppo, e che conviene piuttosto vengano relegati alla sfera familiare e intima.

La parte più triste e trasandata del discorso della Donazzan é “quasi a voler schierare le persone per abitudini sessuali”. Qui non si tratta di abitudini; si tratta di identità. Identità che per secoli é stata repressa e indicata come innaturale, vergognosa e ripugnante. É da pochi decenni che l’identità sessuale di tutti inizia ad essere accettata dai più e che le dita vengono puntate, invece, contro l’omofobia (come dovrebbe essere). Ed é per questo che i membri della comunità LGBTQ+ si “schierano”, o meglio si uniscono tra loro e creano uno spazio che li accolga. Uno spazio sicuro è libero da pregiudizi, insulti e violenza psicologica o fisica.

Questo dimostra quanto un certo mondo politico sia assolutamente disinteressato alla visione di una scuola il cui ruolo vada anche oltre l’insegnamento, e abbia come obbiettivo finale crescita personale e civile di giovan* cittadin*; e sottolinea l’incompetenza dell’assessora che si non si è mai realmente occupata dell’istruzione in Veneto e che in questa significativa crisi del sistema scolastico non riesce a portare soluzioni efficaci, ma piuttosto si concentra solo nella sua arretrata propaganda politica.

Non possiamo permetterci che Elena Donazzan, iscritta a 17 anni al Fronte della Gioventù, di cui è stata presidente provinciale e poi dirigente nazionale di Azione Giovani, per poi, dal 2000, ricoprire il ruolo di assessora in Veneto assieme a Fratelli d’Italia, continui a lavorare nelle politiche scolastiche. Questa sua lettera mandata all’istituto Corradini non è altro che l’ennesimo episodio degradante che sottolinea la sua incompetenza. Ricordiamo la circolare fatta uscire in seguito all’attentato presso la sede del giornale satirico Charlie Hebdo in cui chiedeva a tutti i genitori degli alunni musulmani di dissociarsi dal terrorismo, in quanto “tutti i terroristi sono musulmani” (cit.); la sua presenza alla commemorazione dell’eccidio di Schio il 7 luglio affiancata da noti esponenti di estrema destra del vicentino. A Elena Donazzan lasciamo una comunicazione, che potrebbe tornarle utile nel suo futuro politico: invece di mettere bocca su ciò che fanno gli studenti tra di loro, specialmente se creano uno spazio sicuro in cui esprimere la loro identità, vista – inoltre – l’incapacità di venire incontro alle giovanissime generazioni le consigliamo di dimettersi.

Pubblicato da: Cesp Veneto

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