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La libertà di insegnamento al tempo del Covid

da | 1 Nov 2020 | Materiali

La libertà di insegnamento al tempo del Covid

di Giuseppe Zambon – CESP del Veneto La scuola, nel senso più ampio di insieme delle sue componenti sociali, della sua funzione nell’attuale società e di Istituzione, si è avviata, già da tempo, ad un profondo cambiamento, a cui la pandemia ha impresso una accelerazione determinante. Pensiamo solo allo scardinamento delle rigidità strutturali e organizzative del fare scuola, dal cambiamento del luogo fisico deputato, alle flessibilità d’orario, al dimensionamento dei programmi di studio, dal mutamento della didattica, alla liquefazione del rapporto pedagogico e sociale vissuto e rappresentato nella dimensione anche fisica. Pensiamo a come hanno assimilato e introiettato gli studenti, in particolare quelli più giovani, questo salto nell’indefinito della didattica a distanza, questa esperienza di scuola, troppo spesso accompagnati da un lessico guerresco ed emergenziale. Pensiamo alla governance ministeriale che procede in modo decisionista, incurante di suggerimenti e consigli quand’anche di semplice buon senso, facendosi scudo dell’emergenza sanitaria per imporre interventi o soluzioni privi di prospettiva. Si potrebbe tranquillamente affermare che è in atto un radicale cambio paradigmatico di tutte le componenti sociali e strutturali della scuola, una mutazione accompagnata da decreti, circolari, note affastellate gli uni alle altre in un continuum, dove persino il dott. Azzeccagarbugli si perde. E’ scienza o improvvisazione? Probabilmente un ibrido che porta ad una visione distorta e confusa del cambiamento stesso, ad una sensazione di smarrimento e di impotenza. Nei documenti ministeriali sulla didattica digitale integrata lo stesso significato di didattica– l’insieme degli strumenti e metodi per l’educare – si trasforma, spesso, in pedagogia ovvero nella scienza dell’educare, creando un’Idra a due teste. Dove sono andati a finire gli articoli 21, 33 e 34 della nostra Costituzione, sono stati ceduti a Google, a Microsoft, alle Farm dei Bid Data? E il lavoro docente come sta mutando? Già era diventato altro; si era, in buona parte macchinizzato, ora rischia, forzosamente, di standardizzarsi. E’ di questi giorni la sottoscrizione del CCNL integrativo che porta alla contrattualizzazione della DaD/DiD, con una tipologia simile a quella che regola la mobilità: zero discussione, zero denari, zero investimenti. Solo la mera registrazione di un dato di fatto: 8 mesi di lavoro on line, praticato dalla stragrande maggioranza degli insegnanti, pur con tutti i limiti dell’improvvisazione o dell’esuberanza tecnologica, ma che ha rappresentato ed ha realizzato la continuità – tutta volontaristica, nulla era dovuto – della funzione docente, del legame e del rapporto sociale nel gruppo classe. qui il link al convegno in allegato il fascicolo preparatorio

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Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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