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IO NON LAVORO GRATIS

da | 27 Ago 2020 | Autodifesa

IO NON LAVORO GRATIS

di Giuseppe Saraceno

Il 1° settembre, alla ripresa delle attività scolastiche, saremo chiamati come ogni anno a deliberare il piano annuale delle attività così come nelle nostre prerogative sancite dalla legge.

Tra le varie cose su cui dovremo pronunciarci, una particolare attenzione merita il discorso relativo ai Pai e ai Pia così come introdotti dalla Ordinanza Ministeriale n. 11 del 16 maggio 2020.

Si tratta di attività che il DL 20/2020 all’art. 1 commi 1 e 2 demanda a successive ordinanze ministeriali al fine di definire “le strategie e le modalità dell’eventuale integrazione e recupero degli apprendimenti relativi all’anno scolastico 2019/2020 nel corso dell’anno scolastico successivo, a decorrere dal 1° di settembre 2020, quale attività didattica ordinaria”.

Tale ordinanza è la già citata OM n. 11 del 16 maggio 2020, la quale a p. 4 specifica che tale attività didattica ordinaria è “da non confondersi, peraltro, con l’inizio delle lezioni previste dagli ordinamenti didattici” e che “le attività relative al piano di integrazione degli apprendimenti, nonché al piano di apprendimento individualizzato, costituiscono attività didattica ordinaria e hanno inizio a decorrere dal 1° settembre 2020” (art. 6 comma 3).

La nota 1494 del 26 agosto 2020 richiama le normative citate sostenendo che le attività di recupero in oggetto “debbano intendersi quale attività didattica ordinaria (…), da collocarsi, pertanto, nell’alveo degli adempimenti contrattuali ordinari correlati alla professione docente e non automaticamente assimilabili ad attività professionali aggiuntive da retribuire con emolumenti di carattere accessorio”.

Con un bizantinismo giuridicamente inspiegabile, la nota prosegue sostenendo che la non retribuibilità (gratuità) della prestazione lavorativa relativamente a Pai e Pia “vale per il periodo intercorrente tra il 1° settembre 2020 e l’inizio delle lezioni ordinamentali, come previsto dai calendari regionali” e che “per le attività che invece debbano svolgersi nel prosieguo dell’anno scolastico 2020/2021, lo stesso DL22/2020, all’articolo 1, comma 9, ha destinato i risparmi, dovuti alla diversa configurazione delle Commissioni degli esami di Stato, per metà all’incremento del Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche e <>”. La nota conclude inoltre su un aspetto per noi decisivo: “resta inteso che, qualora non fosse possibile declinare le attività nella modalità dell’ordinaria attività didattica all’interno dell’orario di cattedra spettante al singolo docente e, comunque, qualora le attività di recupero e integrazione dovessero proseguire dopo l’inizio delle lezioni, dovendo ricorrere alla prestazione di ore aggiuntive da parte del personale interessato, i dirigenti scolastici, sulla base della contrattazione integrativa di istituto, attingeranno per il pagamento di tali prestazioni in eccedenza sia alle eventuali economie del FIS riconosciuto per l’anno scolastico 2019-2020, sia al MOF ordinario 2020-2021.Su questi ultimi aspetti specifici, interverrà il CCNI annuale, ai sensi dell’articolo 22 del CCNL vigente”.

Quest’ultima sezione della nota svela il gioco delle carte del MI. In buona sostanza, senza alcun fondamento giuridico e contrattuale, l’attività di recupero per Pai e Pia viene considerata didattica ordinaria quindi non retribuibile nel periodo 1-12 settembre, mentre a partire dal 14 settembre la stessa attività con un gioco di prestigio, se non può essere assorbita durante l’orario di cattedra ordinario, passa al rango di ora aggiuntiva, quindi retribuita. Come non vedere in tutto questo il tentativo di imporre lavoro gratuito nel periodo 1-12 settembre? Infatti, se tali ore possono essere retribuite dal 14 settembre in poi, perché pretenderle senza giusta retribuzione nel periodo 1-12 settembre? Come mai nel primo periodo dell’anno tali attività rientrano nell’alveo degli adempimenti contrattuali ordinari non assimilabili a prestazioni aggiuntive, e poi magicamente la situazione viene rovesciata a partire dal 14?

Collegh*
si tratta evidentemente di una imposizione di prestazioni lavorative gratuite che bisogna assolutamente rifiutare. Recuperiamo la nostra dignità di lavoratori, peraltro già pesantemente sottopagati, e opponiamoci in maniera ferma a questo ennesimo tentativo di fare strame del nostro CCNL.

Il Collegio dei Docenti ha ancora potere deliberante in materia didattica e non può diventare un organo consultivo a disposizione dei/delle DS.

Il 1° settembre votiamo contro qualsiasi piano proposto dalla dirigenza scolastica che imponga lavoro non retribuito dal 1 al 12 settembre.

Pretendiamo e deliberiamo, come d’altronde suggerisce la stessa nota ministeriale (“Il DL22/2020 ha disposto che le attività concernenti PIA e PAI possano svolgersi a partire dal giorno 1 settembre e, se necessario, nel corso di tutto l’anno scolastico 2020-2021, secondo tempi, forme e modalità stabilite dalle singole autonomie scolastiche”.), che le attività di recupero per Pai e Pia vengano effettuati a partire dal 14 settembre facendo valere l’osservazione che tali attività possono, e non necessariamente devono, svolgersi a partire dal 1 settembre.

Pretendiamo e deliberiamo di poter svolgere tali attività o all’interno dell’orario curriculare o come ora aggiuntiva retribuita.

Facciamo un appello al senso di solidarietà dei/delle docenti non coinvolti/e in attività di recupero Pai e Pia affinché non votino a favore dell’imposizione di lavoro gratuito nei confronti dei/ delle loro colleghi/e.

IO GRATIS NON LAVORO!!!

Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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