INDICAZIONI RIENTRO secondo L’ISS e PRIORITA’ alla SCUOLA
Per il comitato “Priorità alla scuola”, formato da docenti, genitori, studenti, il documento Iss va bocciato senza appello. “Queste linee guida non permettono il rientro a scuola in continuità, la nostra preoccupazione principale”, spiega la portavoce Costanza Margiotta. “In presenza di un caso di Covid sarà messa in quarantena tutta la classe, senza controllare chi è stato infettato e chi no. È inaudito”. Soprattutto, fa notare la docente universitaria – già dubbiosa sulla riapertura in sicurezza perché moltissimi istituti ancora non hanno spazi necessari e personale adeguato” – significa “che i nostri figli andranno a scuola a singhiozzo”. Invece – “Priorità alla scuola” lo ha chiesto da aprile – nelle scuole andavano allestite le infermerie, per testare e sottoporre a tampone gli studenti nell’immediato. “Il che avrebbe presupposto lo stanziamento di risorse, ma il nostro Governo si guarda bene dal farlo. E decide di lasciare a casa persone sane. Mai vista una cosa simile. Inimmaginabile, così come la ministra che scarica le responsabilità dei ritardi e degli intoppi sui sindacati”. Per non dire dell’indicazione contenuta nel rapporto sul fatto che spetterà ai genitori misurare ai figli la febbre ogni mattina prima dell’ingresso a scuola. “Una misura scandalosa – sbotta Margiotta – È intollerabile che il Governo continui a scaricare sulle famiglie responsabilità che andrebbero gestite dallo Stato. Anche perché nulla è stato previsto per supportare i genitori quando le classi saranno messe in quarantena. Come si farà col lavoro dove di tenere i figli a casa?”. Insomma, il documento Iss non convince il comitato che il 25 giugno ha contestato in piazza le linee guida presentate da Azzolina e oggi rilancia sulla manifestazione – alla quale hanno aderito anche Cgil e Cobas – in programma per il 26 settembre, per dire “no” al piano messo a punto dal ministero dell’Istruzione per il rientro a scuola “e chiedere – concludela portavoce – che una parte cospicua del “Recovery Fund” sia destinata alla scuola. L’obiettivo deve essere arrivare a una spesa allineata con gli altri Paesi europei, pari al 5% del Pil. Il Governo deve avere il coraggio di investire nella scuola pubblica 20 miliardi”.Attached documents
Centro studi per la Scuola Pubblica
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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.