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CORONA VIRUS. ASSENZE DEL PERSONALE

da | 1 Mar 2020 | Autodifesa

Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Docenti a scuola?

Diverso il caso in queste tre regioni. Infatti, le scuole saranno aperte ma le attività didattiche saranno sospese. La sospensione delle lezioni si traduce in “gergo scolastico” con l’apertura dei locali e il personale ATA (collaboratori e segreteria) che devono recarsi al lavoro per garantire il funzionamento dei servizi. I docenti, invece, non devono recarsi a scuola perché la loro attività è legata alla presenza degli alunni e di conseguenza alla didattica. Quanto affermato dal Ministro per gli Affari regionali e l’autonomia, Francesco Boccia, sembrerebbe mettere in discussione questo principio. Infatti, il Ministro ha affermato che la scuola in queste tre regioni “sarà sospesa”, che “ci sarà il personale ATA” e che “si attiveranno tutte quelle funzioni che servono alla preparazione alle lezioni che riprenderanno appena possibile”. Docenti a scuola? Potrebbe essere per quegli Istituti dove sono attive attività scolastiche di e-lerning …. o a patto che sia stato deliberato dal Collegio docenti – [? impossibile essere preveggenti!] – vedere all’art 4 comma d dell’allegato decreto. Da quanto disposto dal decreto del CDM-PDC -vedi il richiamato art. 4 dell’allegato decreto – non si evince alcun obbligo di presenza a scuolaper gli insegnanti di LOMBARDIA, VENETO, EMILIA ROMAGNA, si può dare, una volta concordato con le RSU e sentito il Collegio Docenti, anche per le vie brevi, una sperimentazione didattica ex novo utilizzando gli strumenti dell’e-learning.

CORONA VIRUS. ASSENZE DEL PERSONALE

di AA.VV* 1) LAVORATORI CHE HANNO CONTRATTO IL VIRUS Assenza per quarantena stabilita dai presìdi sanitari. Riguarda coloro che hanno contratto il virus. Questa ipotesi legittima l’assenza da parte del lavoratore interessato. In tal caso l’evento è assimilabile ai casi di ricovero per altre patologie o interventi e verrà trattato come malattia (CCNL 2006/2009 art. 17). 2) INDIVIDUI CHE HANNO AVUTO CONTATTI STRETTI CON CASI CONFERMATI DI MALATTIA INFETTIVA L’Ordinanza del Ministero della salute 21 febbraio 2020, (fatta salva dal decreto legge 6/2020, art. 3, comma 3) prevede all’art. 1, comma 1, che le Autorità sanitarie territorialmente competenti applichino la misura della quarantena con sorveglianza attiva per quattordici giorni agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva. 3) PERSONE CHE NEGLI ULTIMI 14 GIORNI HANNO FATTO INGRESSO IN ITALIA DA ZONE A RISCHIO EPIDEMIOLOGICO COME IDENTIFICATE DALLA O.M.S. La citata Ordinanza del Ministero della Salute, all’art. 1, commi 2 e 3, prevede per queste persone l’obbligo di comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione della A.S.L. competente per territorio, che provvederà ad adottare la misura della permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva o le misure alternative di efficacia equivalente. 4) PERSONE CHE DAL 1° FEBBRAIO 2020 SONO TRANSITATE ED HANNO SOSTATO NEI COMUNI CONSIDERATI ZONE A RISCHIO (ALLEGATO A AL DPCM1) Il DPCM 23/02/2020, in attuazione del D.L. 6/2020, all’art. 2, comma 1, prevede per queste persone l’obbligo di comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’A.S.L. competente per territorio, per l’adozione, da parte delle autorità sanitarie competenti, di ogni misura necessaria, compresa la permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva. Nei casi 2 e 3 e 4 il lavoratore assente in conseguenza dell’applicazione della misura della quarantena con sorveglianza attiva disposta dall’autorità sanitaria competente è da considerarsi sottoposto a trattamento sanitario per profilassi. 5) QUARANTENA VOLONTARIA L’assenza di persone che scelgono autonomamente di isolarsi, pur non avendo sintomi palesi di contagio, nelle more della decisione dell’autorità pubblica a cui abbiano comunicato il rientro o il transito da zone a rischio di cui ai casi 3) e 4) rappresenta comunque un comportamento di oggettiva prudenza, rispondente alle prescrizioni della normativa d’urgenza, da considerarsi come allontanamento dalla scuola per motivi di profilassi. 6) ASSENTI PER PAURA DI CONTAGIO L’assenza determinata dal semplice “timore” di essere contagiati, senza che ricorra alcuno dei requisiti riconducibili alle fattispecie previste, non consente di riconoscere la giustificazione della decisione e la legittimità del rifiuto della prestazione. In tal caso si realizza un’assenza ingiustificata dal luogo di lavoro, situazione da cui possono scaturire provvedimenti disciplinari che possono portare, in ultima analisi, anche al licenziamento. Resta salva la facoltà da parte del lavoratore di usufruire di altri istituti contrattuali (ferie e permessi). * da una scheda della CISL scuola in allegato un VADEMECUM sulle assenze, in allegato il decreto cdm corona bis

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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