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FFF PADOVA – La Questura vede rosso

da | 28 Ott 2019 | News

Fridays for Future – Padova

Per la prima volta gli attivisti di FFF Italia vengono raggiunti da denunce penali, vi invitiamo a leggere quanto segue.

Nella giornata di venerdì 25 ottobre FFF – Padova ha inscenato un tipo di protesta, conosciuta con il nome “Die-In”, che prevede di sdraiarsi con con dei cartelli. Abbiamo deciso di praticare un “die-in” nei locali di Zara per denunciare quanto la moda dei vestiti a bassissimo costo influisca nell’ecosistema del nostro pianeta, e nel sistema dei diritti dei lavoratori nel mondo.

Il Die-In è una pratica che migliaia di attivist@ in tutto il mondo utilizzano quotidianamente, proprio perché pacifica e scenografica.
Mai è successo che il Die-In sia stato considerato “pericoloso per l’ordine pubblico” da alcuno.
Un Die-In infatti non può risultare, neanche indossando le lenti più maliziose, una protesta “violenta” o “pericolosa”: come possono essere pericolosi dei corpi sdraiati? e dei cartelloni?
Neanche il Commissario Basettoni potrebbe vedere del pericolo in questa pratica.

Eppure la Questura di Padova ha ritenuto talmente forte la protesta da far pervenire due “avvisi orali” e due denunce per “violenza privata” a due attivisti di FFF.

Cosa significa? Significa che due ragazzi che si sono sdraiati a terra sono stati avvisati del fatto che è meglio che tengano comportamenti “in linea con la Legge” e saranno ora indagati per aver “costretto con violenza o minaccia” qualcuno “a tollerare od omettere qualcosa”. Questo reato è punito con la reclusione fino a 4 anni.

FFF Padova ha alcune cose da dire a riguardo.

– al Questore Paolo Fassari, già protagonista di molti episodi equivoci nella gestione dell’Ordine Pubblico in città, vogliamo chiedere: “ma che, davero?” ma dove la vede la violenza, signor Questore? cosa le hanno insegnato alla scuola di polizia? in che mondo vive? cosa devono fare le persone per poter protestare senza subire le (neanche tanto) velate minacce di denunce ed indagini?
Davvero ritiene normale mandare la DIGOS, che si occupa di terrorismo e di eversione dell’ordine pubblico, per “controllare” gli attivisti per il Clima? Crede, per caso, che l’Ordine Pubblico sia in pericolo e si garantisca spaventando le persone che intendono dissentire? Caro Questore, si metta l’animo in pace: noi non abbiamo paura perché sappiamo di non aver fatto nulla di male.

– alla stampa cittadina: FFF è un’assemblea attraversata continuamente da decine di giovani e non solo che si incontrano, si confrontano e decidono insieme e democraticamente. Perciò anziché affibbiarci etichette che non ci appartengono, vi invitiamo a fare lo sforzo di leggere i nostri comunicati prima di pubblicare articoli fuorvianti. Fatevi un esamino di coscienza ogni tanto, che il vostro è un lavoro serio.

– a Zara Italia: siete d’accordo con la Questura di Padova che ha deciso di denunciare due giovani per essersi sdraiati in un vostro negozio? Siete consapevoli del problema che il sistema da voi proposto è estremamente nocivo per il pianeta in cui anche voi vivete? Cosa avete da dire a riguardo di questo episodio? Che soluzioni pensate di proporre?

– alla cittadinanza: Cara Padova. Ci spiace per tutti questi fenomeni da baraccone.

Ci siamo incontrati nelle strade più volte, sempre in migliaia di persone. Rivendichiamo con convinzione le nostre pratiche di protesta. Non è possibile descriverci come violenti facinorosi, e questo è agli occhi di chiunque. Queste denunce sono un modo vile e meschino per minacciare chi si ribella alla crisi climatica. E queste denunce colpiscono non solo due dei nostri, ma anche tutta la città, tutto il paese e tutto il pianeta. Le decine di migliaia di persone che si sono incontrate ai nostri bellissimi cortei.
Bambini, famiglie, moltitudini di ogni genere.
Colpiti tutti mirando solo a due.

Vogliono spaventarci perché abbiamo il coraggio di puntare il dito contro il problema. FFF ha sempre attirato questo genere di risposte da vecchi tromboni altisonanti. Il bullismo nei confronti delle giovani generazioni è una piaga che infetta evidentemente anche la Questura della Città.

Dove sono gli spazi per il dissenso, se ogni azione è passibile di una denuncia penale?

Questa situazione è intollerabile. Visto il grave atto che attacca non solo i due attivisti, non solo il comitato locale ma il movimento tutto e le sue pratiche vi invitiamo a esprimere solidarietà condividendo quanto successo. Per venerdì prossimo inoltre vi proponiamo di riprodurre nelle vostre città la semplice azione che è stata compiuta a Padova, così da dimostrarci realmente uniti e coesi contro un attacco diretto che ci è stato fatto.

Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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