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APPUNTI su QUOTA 100 e dintorni

da | 10 Feb 2019 | Autodifesa

APPUNTI su QUOTA 100 e dintorni

di Piero Castello del Comitato di base dei Pensionati

1) Tutte le forme di anticipo pensionistico successive alla DINI / FORNERO sono forme aggiuntive di rapina nei confronti dei lavoratori.

2) La rapina originaria è quella dovuta alla trasformazione da retributivo al contributivo del calcolo della pensione con l’introduzione del coefficiente di trasformazione del monte pensionistico.

Infatti:

-* a) Il sistema a ripartizione introdotto dalla riforma del 1969 e sostanzialmente ancora vigente era stato introdotto in Italia e nella maggior parte dei paesi europei continentali, per impedire la tesaurizzazione, capitalizzazione del risparmio pensionistico proprio perché non ci fosse confluenza del risparmio pensionistico nel mercato finanziario. Tutte le forme precedenti a carattere assicurativo avevano dato nel corso delle crisi (bancarie, finanziari, economiche, belliche ) tra i primi risultati l’evaporazione dei risparmi pensionistici.

  • b) Il sistema a ripartizione ha dato e funzionato egregiamente per un cinquantennio in una forma di economia circolare, o contributi versati dai lavoratori venivano utilizzati contestualmente per pagare le pensioni ai lavoratori quiescenti. C’è chi valutava questo sistema come una di finanza “virtuosa e polare” con una notevole forza anticiclica rispetto ai cicli finanziari.
  • c) In questo sistema era evidente e coerente che il calcolo dell’importo della pensione fosse lo stesso di quello della raccolta del denaro, cioè un calcolo retributivo legato alle dinamiche salariali. Questo consentiva oltre l’evidente solidarietà intergenerazionale, una ampia disponibilità per attività solidaristiche e mutualistiche tutte a carico dei lavoratori che pagavano le contribuzioni: pensioni di reversibilità, passe contribuzioni per lavoratori disabili, decontribuzioni per settori in crisi, contribuzioni ridotte per apprendistato. Il sistema pensionistico è così un fondamento dell’intero Stato Sociale (non welfare anglosassone della lotta ai poveri millantata come latta alla povertà)

3) Il calcolo delle pensioni con il contributivo ha costituto la Finanziarizzazione dell’intero sistema e il principio di privatizzazione. Da rilevare che un altro percorso di finanziarizzazione/ privatizzazione era cominciato con il governo Amato nel 1992 che aveva istituito i fondi pensione privatistici che poi avevano trovato attuazione piena con i fondi negoziali nel 2007. Il sistema pensionistico del 1969 era stato sempre a carattere previdenziale e contributivo, anche nel senso che la base di calcolo delle pensioni erano proprio i contributi versati (Qualcuno ricorda 2% del salario per avere una pensione dell’80% dopo 40 anni di lavoro?).

4) Questo sistema era stato realizzato anche grazie ad aliquote pensionistiche elevatissime. A tutt’oggi le aliquote sono al 33% del salario lordo le più elevate del pianeta. In Francia e Germania sfiorano ancora il 20%. Il sistema pensionistico in Italia ha sempre funzionato e funziona tutt’ora senza contributi dalla fiscalità generale esclusivamente con risorse delle contribuzioni. I 100 miliardi circa, che ogni anno lo stato trasferisce all’INPS sono destinati esclusivamente all’assistenza: Pensioni d’invalidità, pensioni sociali, integrazioni al minimo, la cui natura em le cui risorse non possono gravare sulla fiscalità generale.

5) La riforma DINI, quindi, ha messo a disposizione dello stato e soprattutto della finanza una porzione rilevantissima e crescente di risorse prodotte dai lavoratori sottraendole a quelle pensionistiche. Fornero per questo rispetto è stata solo un acceleratore rispetto ad un impianto già predisposto. Demolire la FORNERO può significare soltanto una cosa il ripristino del calcolo retributivo e annessi e connessi. Esemplificativo ed emblematico di questo esproprio è la la vicenda della decontribuzione regalata ai padroni nei 4 anni dal 2014 al 2017. In quatto anni 70 miliardi sono passati dai lavoratori ai portafogli delle imprese e degli azionisti. Per ogni assunto a tempo indeterminato ( dopo il Job Act solo tutele crescenti) veniva regalata alle imprese una decontribuzione del 100% o del 40% per tre anni, con il governo del cambiamento la misura si estesa ed è cresciuta. Il risultato è stato che abbiamo spesso 70 miliardi di contributi dei lavoratori, i contratti a termine sono cresciuti a 4,8 milioni, da 3 milioni l’anno che erano nel 2014. I contratti a tempo indeterminato erano 1,2 milioni sono diminuiti a 1,1 l’anno. E sì che tutte le leggi avevano motivato il provvedimento per promuovere la stabilità e i contratti a TI e disincentivare i contratti precari.

6) Gli anticipi di pensionamento si iscrivono quindi in questo quadro, con l’aggiunta di una aumento progressivo dell’età pensionistica e di un lavoro sempre più di merda che sollecita e spinge alla fuga. Quando le finanziarie, o il DEF parlano di costo di questi anticipi stanno parlando casomai delle minori entrate causate dalla rapina primigenia. Ma a guardar bene questi provvedimenti anche quelli che sembrano più giusti sono tutti a carico delle lavoratrici/tori. Tipico è il caso dell’OPZIONE DONNA (rinnovata a tutt’oggi) che metteva il calcolo contributivo di tutto il periodo contributi facendo perdere ad una maestra di scuola dell’infanzia di Roma quasi 400 euro su un calcolo che era di 1.500 euro mensili.

7) Quota 100 non fa tanto diversamente le simulazione di cui parlavo all’inizio, a parte la loro attendibilità, prevedono un taglio almeno del 5% per ogni anno di anticipo. Nel caso di un anticipo di cinque anni il taglio sarà il 25% rispetto alla calcolo previsto dalla Fornero piena. Un quarto della pensione in meno rispetto ad un anticipo di un ottavo di anticipo. Quindi un ulteriore esproprio rispetto a quello già perpetrato.
Senza contare che queste simulazioni sono sicuramente approssimate per difetto, visto la fonte, e la storia del TFR/TFS sequestrato fino alla data prevista per la pensione Fornero con un eventuale anticipo bancario per il quale dovranno essere pagati interessi ed eventuale assicurazione…ma tutte queste cose saranno oggetto, nei dettagli, dalla normativa secondaria che è ancora di la da venire.

8) A qualche pensionando che ce lo ha chiesto abbiamo suggerito di aspettare di avere più informazioni di quelle disponibili oggi, con la nostra Giulia del Patronato abbiamo convenuto di dare tutte le informazioni scoraggianti, anche quelle che di soliti i patronati tacciono poi….. se una/o riesce a far magiare il grasso del cuore al dirigente infame meglio che mangiarsi il il grasso del proprio cuore.

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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