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LAVORO DOCENTE: 1643 ore annue.

da | 7 Apr 2017 | Materiali

A quanto ammonta il lavoro sommerso dei docenti? 1643 ore annue

di AAVV da cobasterni.blogspot
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18 ore frontali sono solo la punta dell’Iceberg: correggere, aggiornarsi, preparare lezioni, sono solo alcune delle incombenze dell’insegnante. Ai quali oggi si aggiungono nuovi impegni che vanno dai BES al registro elettronico.
Questo non è un articolo di parole, di recriminazioni, ma di numeri. L’insegnante lavora 1643 ore annue, circa 36 ore a settimana per 45 settimane.

A dirlo uno studio, non una approssimativa sensazione, effettuato dalla giunta provinciale dell’Alto Adige sul lavoro sommerso dei docenti.
Lo studio ha riguardato 5.200 docenti sul totale di 7.400 della provincia trentina. Numeri di tutto rispetto che danno una certezza del risultato del 100%. Dallo studio è emerso che i docenti di ruolo lavorano 1.660 ore in un anno, mentre i supplenti 1.580 ore.

Coloro che maggiormente svolgono lavoro sommerso sono i docenti delle scuole superiori, con 1.677 ore annue totali. I prof della media lavorano 1.630 ore. Gli uomini lavorano un po’ di più (hanno meno impegni casalinghi), 1.648 ore, le donne 1.639 ore in un anno.
Uno studio svolto quando non c’era il boom dei BES e DSA, nonché del registro elettronico, per i quali l’aumento di lavoro può anche superare 30%.

Ed è sui numeri e sugli studi che bisognerà iniziare a confrontarsi e discutere, prima di parlare di carriera e valutazione. Iniziamo con valutare e retribuire quanto già l’insegnante svolge.

Gli insegnanti lavorano il doppio ma vengono pagati la metà

Da uno studio condotto dalla giunta provinciale dell’Alto Adige, infatti, emerge che buona parte del “tempo libero” dell’insegnante viene utilizzato per la correzione dei compiti in classe, per la preparazione di una lezione o per l’autoformazione.

Lavoro sommerso che non figura tra la retribuzione mensile; è come se ad un dipendente della Pubblica Amministrazione non venissero pagati gli straordinari.

Il CCNL Scuola prevede che l’orario di lavoro degli insegnanti italiani sia così strutturato:

25 ore settimanali: scuola dell’infanzia;
22 ore settimanali: scuola elementare;
18 ore settimanali: scuole secondarie di I e II grado.

Per gli insegnanti delle scuole secondarie quindi le ore di lezione sono 18, che moltiplicate per 45 settimane danno come risultato 810 ore annue.

Lo stipendio quindi è calcolato in base a questo orario. Tralasciando il fatto che lo stipendio garantito al docente non è soddisfacente neppure per le ore frontali, bisogna considerare che nella retribuzione non sono comprese tutte quelle ore extra che questo impiega per svolgere nella maniera più corretta la propria attività.

Non ci sarebbe valutazione infatti senza i compiti in classe (i quali il più delle volte vengono corretti a casa), e non ci sarebbe apprendimento senza una giusta lezione preparata nelle ore extra di lavoro.

Considerando tutte le ore di lavoro sommerso, gli insegnanti italiani lavorano il doppio rispetto a quanto dovuto e, soprattutto, retribuito. Dallo studio della giunta della Valle d’Aosta, infatti, risulta che l’insegnante lavora in media 1.643 ore l’anno, 36 per settimana.

Un problema al quale difficilmente si troverà una soluzione, poiché è praticamente impossibile calcolare le ore di lavoro sommerso per ogni insegnante.

Sarebbe sufficiente garantire loro una retribuzione idonea almeno a quelle che sono le ore di lavoro effettivamente svolte, poiché come rilevato dall’OCSE gli insegnanti italiani sono tra i meno pagati in Europa.

Ecco perché spesso un insegnanti si infuria quando viene definito “fortunato” per il lavoro che svolge e per i diritti garantiti: mai come in questo caso, infatti, vale il detto che “non è tutto oro quello che luccica”.

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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