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DELIBERA del Liceo MAMIANI di Roma

da | 2 Nov 2014 | Materiali

I prof del Mamiani contro la “buona scuola” di Renzi

Il piano di Renzi “La buona scuola” ha ricevuto giudizi mediamente positivi, con qualche sfumatura. Poche le voci decisamente contro. Una arriva ora dal liceo classico Mamiani di Roma, un liceo storico e di grande tradizione. Per questo ho deciso di pubblicare il comunicato dei professori. A prescindere dal mio giudizio personale sui contenuti e sulla forma, che non condivido. Credo però che un po’ di sana discussione sia utile a tutti. Ecco il testo integrale, che gli insegnanti hanno inviato al Ministero dell’Istruzione. E pare che altri documenti simili siano in arrivo, da altre scuole.

Noi sottoscritti Docenti del Liceo Classico Statale “Terenzio Mamiani” di Roma esprimiamo il nostro dissenso e la nostra ferma opposizione al cosiddetto “Piano Scuola” e alle sue linee guida contenute nel libello propagandistico “La buona scuola”, disponibile sul sito del governo.

Se passasse questo ennesimo attacco a tutti noi, nessun Docente avrebbe più la titolarità sulla propria scuola; sarebbe invece titolare su una rete di scuole, come un tappabuchi, in balia dei giudizi del Preside (trasformato in onnipotente Dirigente Scolastico) e del suo “Mentor“ (sic!). Vivrebbe la propria vita professionale nella spasmodica ricerca di “crediti” (ossia di prove di fedeltà alla Dirigenza), preoccupato/a degli esiti dei ridicoli quiz Invalsi. Non avrebbe più scatti garantiti in base all’anzianità, ma elemosine di € 60,00 ogni tre anni (a condizione che “faccia il bravo/la brava”). I privati entrerebbero nel Consiglio d’Istituto (=di Amministrazione) di ogni scuola, e il “Consiglio dei Docenti” (non più Collegio!) discuterebbe di programmazioni, su cui però – come prevedeva il disegno di legge Aprea – non avrebbe più potere decisionale. Così anche la libertà d’insegnamento e d’apprendimento costituzionalmente garantita verrebbe meno.

Valutiamo tutto questo per quello che è: un attacco eversivo alla Scuola della Repubblica per riportarla al tempo del Regime fascista, che assegnò ai Presidi il diritto di stendere annualmente LA NOTA DI QUALIFICA FUNZIONALE SUI DOCENTI (nella quale essi scrivevano persino della lunghezza delle gonne). Ricordiamo al Presidente del Consiglio Renzi che la nota di qualifica fu abolita in Italia nel 1974 con i Decreti Delegati (che introdussero gli organi collegiali, anche quelli di genitori e studenti), perché palesemente in contrasto con la Costituzione (in particolare con il suo articolo 33).

Il Governo vuole premiare il merito? Vuole che siano premiati i Docenti che lavorano di più? Ebbene, proponiamo quanto segue:

  • aumento immediato di 200 euro al mese a tutti i Docenti, per recuperare parte dell’inflazione 2008-2014 (l’inflazione reale, non quella programmata dal Governo stesso);
  • retribuzione aggiuntiva di 1.500 euro in busta paga (pensionabili) a tutti i Docenti impegnati negli esami di Stato;
  • retribuzione aggiuntiva di 100 euro al mese in busta paga (pensionabili) a tutti i Docenti che svolgono le molte mansioni attribuite ai cosiddetti “coordinatori di classe” (mansioni spesso non rientranti nella funzione docente);
  • retribuzione aggiuntiva di 200 euro al mese in busta paga (pensionabili) ai collaboratori della vicepresidenza;
  • retribuzione aggiuntiva di 300 euro al mese in busta paga (pensionabili) ai vicepresidi;
  • retribuzione aggiuntiva di 100 euro al mese in busta paga (pensionabili) a tutti i Docenti che svolgono gli incarichi indispensabili per il funzionamento delle scuole (responsabili di laboratorio, compilatori dell’orario, ecc.).

In tal modo si riconoscerebbe (anche se parzialmente ed in misura comunque ben lontana dalle retribuzioni europee) la professionalità dei Docenti italiani e l’enorme mole del loro lavoro, “invisibile” solo per chi non vuol vedere (quanto studio dietro ogni ora di lezione!), solo per chi vuol continuare a togliere denari alla Scuola Statale a vantaggio delle private, in spregio del dettato costituzionale.

Cessi la farsa delle ridicole somme destinate al “Miglioramento dell’Offerta Formativa”: un fondo sempre più esiguo, ottenuto per di più bloccando per anni ed anni gli scatti dei Docenti, già ridotti dal 1995 a sessennali (mentre i magistrati continuano, giustamente, ad avere scatti biennali garantiti, e così i militari di carriera, e così i Docenti universitari, che condividono con i colleghi delle Scuole la medesima funzione docente!).

Consideriamo oltraggioso per la dignità dei Docenti una proposta come quella del Cosiddetto “piano scuola”: un vergognoso tentativo di mascherare il ritorno del Disegno di Legge Aprea/Ghizzoni (già sonoramente bocciato dalle mobilitazioni dei Docenti, dei Genitori e degli Studenti nel 2008 e nel 2012). Oltraggioso perché, esplicitando queste intenzioni soltanto alla pag. 71 del succitato libello, dopo una lunga serie di buoni proponimenti e di belle parole, i latori delle medesime credevano forse che il mondo della Scuola non se ne sarebbe accorto. Altro evidente indizio della scarsa considerazione che questi signori nutrono per l’Istruzione Pubblica Italiana (l’unica indipendente e pluralista) e per i Docenti, che della Scuola sono gli artefici e i pilastri.

Stigmatizziamo, infine, il tentativo di consegnare la Scuola Statale ai privati, ossia ai poteri forti del territorio; che, nella migliore delle ipotesi, sono enti confessionali o economici talmente potenti da poter trasformare la Scuola a propria immagine e somiglianza; ma, in molte contrade d’Italia, sono le mafie.

Non siamo così stupidi da respingere simile obbrobrio solo se viene dalla Destra estrema. Lo respingiamo e lo respingeremo sempre, da qualsiasi forza politica provenga, quand’anche essa si professi, più o meno impropriamente, “democratica”.

QUESTO DOCUMENTO, PRESENTATO AL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL LICEO CLASSICO STATALE “TERENZIO MAMIANI” IN DATA 28 OTTOBRE 2014, è STATO SOTTOSCRITTO DA 63 DOCENTI SU 71 (88.73%)

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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