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PER ZENO > Il diritto allo studio è di tutti, anche dei No Tav

da | 27 Giu 2012 | News

Il diritto allo studio è di tutti, anche dei No Tav

27 giugno 2012

La vicenda di Zeno Rocca, indagato nell’inchiesta No TAV avviata dalla Procura della Repubblica di Torino, è veramente emblematica della ostinata negazione dei diritti fondamentali cui un giovane di 20 anni, studente al primo anno di Giurisprudenza, indagato perché accusato di aver lanciato un sasso nei confronti delle forze dell’ordine il 3 luglio 2011 in Val di Susa, è stato sottoposto.

Zeno, arrestato il 26 gennaio scorso, si è prima ritrovato in isolamento carcerario, e, nonostante gli sforzi compiuti da genitori e amici per fargli arrivare in fretta i libri per studiare, ha dovuto attendere 10 giorni per poterne toccare uno, nella sua cella isolata.

Da quando gli è stata poi concessa la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari, si è sottoposto al rito delle domande al Giudice per potersi recare all’Università a fare gli esami; ha chiesto l’autorizzazione a frequentare le lezioni, che gli è stato negato, in quanto “ bisogno non vitale” (il diritto all’istruzione, affermato con forza dalla Costituzione, ad avviso del magistrato torinese, non lo è); ha dovuto, per ogni singola prova d’esame, documentare iscrizione all’appello, e, nel caso di mancato superamento della prova, documentare persino la bocciatura precedente per potersi recare a rifarlo. Si è visto impartire istruzioni precise, dovendo avvisare i CC dell’uscita di casa in partenza e del rientro a casa al ritorno. Si è attenuto scrupolosamente ad ogni singola prescrizione.

Ora, il GIP di Torino, alla sua ultima richiesta di potersi recare all’Università a fare un esame, ha rigettato, senza una parola in più, l’istanza. Il provvedimento è “NO, si rigetta”, punto, senza alcuna possibilità di ridiscussione in merito. Il Giudice ritiene così e basta. L’esame è il 5 luglio, ed il 6 luglio (con udienze fissate sino al 21) si aprirà a Torino l’udienza preliminare del procedimento in cui Zeno è indagato, con numerosi altri.

Questa aperta violazione dei principi fondamentali che improntano il nostro ordinamento (la garanzia del diritto allo studio, concesso anche ai detenuti “definitivi”, l’obbligo di motivazione dei provvedimenti, tanto più di quelli che incidono sulla libertà personale delle persone), purtroppo non potrà essere rimossa in tempo utile a consentire a Zeno di presentarsi all’esame, causa i tempi della procedura di ricorso.

Per questo facciamo appello a tutti i cittadini indignati dalla negazione di principi fondamentali irrinunciabili, ai docenti, ai ricercatori e a tutto il personale dell’Università, agli studenti, alle personalità della cultura e dell’informazione, alle associazioni, a chi si occupa di diritto e di diritti perché con noi invitino il Presidente del Tribunale di Torino ed il Dirigente dell’Ufficio GIP del Tribunale di Torino ad attivarsi per la revoca del provvedimento negativo e per consentire a Zeno Rocca di studiare e di recarsi a sostenere l’esame all’Università di Padova il 5 luglio prossimo.

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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