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CARRIERA DOCENTI: SI FARA’ PER LEGGE

da | 6 Mar 2011 | Cobas scuola di Padova

CARRIERA DOCENTI: SI FARA’ PER LEGGE UN ANNO DECISIVO Dopo il 2000 e la bocciatura del Concorsaccio di Berlinguer, ottenuta grazie alla mobilitazione dei docenti e del sindacalismo di base, il governo sta tentando da mesi di arrivare alla differenziazione di carriera e di stipendio tra i docenti della scuola. Per capire ciò che sta succedendo, forse è utile ripercorrere alcune tappe. Ottobre 2009: la ormai famigerata legge Brunetta, la 150, stabilisce per il pubblico impiego il principio della retribuzione in base alla performance individuale e, riconoscendo la peculiarità del lavoro docente, annunciava (art.74 c.4) un decreto ad hoc che ne avrebbe stabilito le modalità di misurazione. Qualunque sarà il criterio, si dovrà comunque distribuire il salario accessorio in questo modo: 25% dei docenti fannulloni a priori (nessun salario accessorio), 25% fascia alta (prendono il 50% del salario accessorio), 50% fascia media (si dividono il restante 50% del salario accessorio). Giugno 2010: decine di migliaia di scrutini bloccati in tutta Italia; i docenti italiani rispondono in massa alla sciopero lanciato dai Cobas contro il blocco degli scatti di anzianità e del contratto, mostrando al ministero che la categoria non ci sta ad essere ulteriormente impoverita e presentata all’opinione pubblica come fannullona. Novembre 2010: la Gelmini annuncia che verrà restituito uno scatto di anzianità per l’anno in corso (naturalmente i sindacati confederali presentano la vittoria come frutto della loro contrattazione) e contestualmente annuncia l’evento epocale: i docenti saranno pagati in base ai risultati. Prudentemente (memori della sconfitta di 10 anni prima) vengono avviate delle sperimentazioni in alcune province (in entrambe le prove INVALSI hanno un ruolo centrale) in modo da individuare “in collaborazione con il corpo docente” le modalità migliori del merito; le OO.SS concordano e chiedono che il tutto sia inserito per via contrattuale e non per legge. Intanto CGIL-CISL-UIL firmano il contratto per le scuole private: è prevista la differenziazione di carriera per i docenti. Dicembre 2010 – febbraio 2011: le scuole respingono in massa le sperimentazioni proposte dal ministero; centinaia di Collegi Docenti interpellati dicono NO all’unanimità o a larghissima maggioranza; è una sconfitta bruciante per il MIUR e anche per i sindacati concertativi che dimostrano di non essere in grado di controllare la categoria. Febbraio 2011: esce il decreto applicativo annunciato dalla legge Brunetta; mentre si ribadiscono i criteri economici – base della Brunetta (Art. 3: viene vietata «la distribuzione in maniera indifferenziata o sulla base di automatismi» degli incentivi salariali), niente ancora ci viene detto su come verrà misurata la performance dei docenti italiani: sarà infatti il Ministero dell’Istruzione insieme alla Commissione per la valutazione del pubblico impiego (una Commissione istituita dall’art. 13 della legge Brunetta) a stabilire «le fasi, i tempi, le modalità, i soggetti e le responsabilità del processo di misurazione e valutazione della performance»(Art. 5). Qualcosa però si capisce: ● Art. 2 c. 2: si dice che i criteri di misurazione saranno «strettamente connessi al soddisfacimento dell’interesse dei destinatari dell’attività e dei servizi»; sembra di capire che (così come era previsto nelle sperimentazioni) si farà ricorso a questionari di gradimento rivolti sia agli studenti che alle famiglie (una delle locuzioni più usate ultimamente dal MIUR è quella di “reputabilità professionale dei docenti”). ●Art. 2 c.3 : la strategia è di mercato e come tale deve stare sul mercato; ecco quindi che condizione essenziale della misurazione della perfomance è che «le istituzioni assicurano la massima trasparenza delle informazioni concernenti le misurazioni e le valutazioni della performance»; i clienti dunque devono ben conoscere i prodotti verso i quali dirigere le proprie scelte e i “misurati” devono ben sapere di correre il rischio di essere esposti a una gogna pubblica. ●si capisce inoltre che, benché non siano citati esplicitamente, i risultati delle prove INVALSI giocheranno un ruolo predominante («Gli obiettivi del personale docente […] sono individuati […] tenendo conto dei risultati di apprendimento») ● la valutazione sarà inoltre collegata al «contributo della performance individuale all’istituzione scolastica di appartenenza, alle competenze dimostrate ed ai comportamenti professionali e relazionali» (Art.7) Febbraio 2011: esce il Decreto Milleproroghe che prevede una ristrutturazione dell’apparato nazionale di valutazione così articolato: ● INDIRE: con funzioni di sostegno al miglioramento e all’innovazione didattica ● INVALSI: con funzioni di predisposizioni delle prove standard ● corpo ispettivo: viene riorganizzato ampliandone le funzioni “finalizzate alla valutazione della scuola”, anche se l’organico resta uguale (circa 300 ispettori per il territorio nazionale), Entro 60 giorni sarà emanato un regolamento in base al quale, finalmente, si saprà in base a cosa saranno conteggiati gli stipendi dei docenti italiani. Tirando le somme: entro aprile 2011 sapremo nel dettaglio come sarà organizzata la valutazione dei docenti; incrociando però il contenuto delle sperimentazioni della Gelmini, il Decreto attuativo della Brunetta, la legge Brunetta stessa e il decreto mille proroghe possiamo dire con una più che buona probabilità che: ● il 25% dei docenti sarà dichiarato, a priori, fannullone; il restante 75% per cento si dividerà, con una graduatoria interna, il salario accessorio ● sarà fatta una graduatoria pubblica delle scuole e dei docenti ● saranno valutate le scuole attraverso i test INVALSI e le ispezioni ministeriali ● un ruolo nella valutazione dei docenti sarà certamente riservato ai dirigenti, così come prevede la Brunetta ● un ruolo sarà giocato anche dai questionari di gradimento indirizzati a studenti e famiglie BRUNETTA E LA GELMINI CONTINUANO A DIRE CHE TUTTO QUESTO E’ FINALIZZATO AD INNALZARE LA QUALITA’ DELLA SCUOLLA ITALIANA; NOI, CHE TUTTI I GIORNI SIAMO DENTRO AL SCUOLA, DICIAMO CHE SOLO UNA COSA E’ CERTA: TUTTO QUESTO PEGGIORERA’ LA QUALITA’ DELLA SCUOLA, COSI’ COME E’ STATO IN TUTTI QUEI PAESI CHE HANNO INTRODOTTO PROVE STANDARDIZZATE LEGATE ALLA MISURAZIONE DELLA QUALITA’ MA UN MODO PER FERMARLI C’E’… ORGANIZZIAMO IL BOICOTTAGGIO DELLE PROVE INVALSI (CHE NON SONO OBBLIGATORIE) Cobas della scuola Padova, marzo 2011.

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