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Calano i dipendenti pubblici. Assunzioni e pensioni.

da | 1 Gen 2011 | News

Calano i dipendenti pubblici,
il comparto scuola il più colpito.

E’ di 55mila unità la riduzione di personale docente e non docente dal 2008 al 2009

da Tuttoscuola, 29.12.2010

La Ragioneria Generale dello Stato ha pubblicato il Conto Annuale 2009 sul pubblico impiego. Il primo dato che salta agli occhi è che i dipendenti pubblici sono diminuiti dell’1,89 per cento (- 64mila), e solo la scuola ha perso 55mila unità tra personale docente e non docente. Di questi, 26.600 erano dipendenti a tempo determinato annuale e non annuale. Complessivamente, gli impiegati pubblici sono passati da 3.366.376 unità nel 2007 a 3.375.440 nel 2008 per scendere a quota 3.311.582 nel 2009.

Il secondo dato significativo è l’aumento della presenza femminile e la sua incidenza sul totale a tempo indeterminato: 1.840.440 unità nel 2007 (54,7 per cento); 1.859.951 unità nel 2008 (55,1 per cento) e 1.827.271 unità nel 2009 (55,2 per cento). La variazione in aumento della presenza femminile è determinata soprattutto dai comparti sanità, Regioni ed autonomie locali, ma anche enti di ricerca, magistratura e corpi di polizia. In controtendenza, in valori assoluti, la scuola e l’università, ma a seguito della contrazione complessiva dei comparti, in termini relativi, l’incidenza della componente femminileè comunque di segno positivo.

Rispetto alla distribuzione geografica, la maggior parte dei dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato è presente al Nord (34,7 per cento). Al Centro la percentuale è del 31,8 per cento, al Sud e Isole 33,3 per cento, mentre per l’Estero la cifra è dello 0,2 per cento. La regione con il maggior numero di dipendenti pubblici è la Lombardia (12,57 per cento) seguita dal Lazio (12,08 per cento).

Per quello che riguarda i costi, nel 2007 sono stati spesi 156,1 miliardi di euro (di questi circa 2 miliardi per arretrati); si sale poi nel 2008 a 166,6 miliardi (+6,7 per cento) di cui per arretrati circa 6 miliardi; fino ad arrivare a 168,1 miliardi nel 2009 (+0,9 per cento) di cui per arretrati circa 2,7 miliardi. Al netto degli importi corrisposti per arretrati relativi ad anni precedenti, le variazioni annue sono: +4,3 per cento per il 2008 e +2,9 per cento per il 2009. Per l’intero pubblico impiego le retribuzioni medie pro capite (al netto degli arretrati) risultano 31.660 euro nel 2007, 33.423 euro nel 2008 e 34.497 euro nel 2009.
Assunzioni versus Pensioni
Entro il 31 marzo l’amministrazione è tenuta a comunicare agli interessati l’eventuale mancanza dei requisiti necessari per il collocamento a riposo. Entro 5 giorni dal ricevimento di detta comunicazione, gli interessati dovranno comunicare alla scuola di titolarità o all’ufficio scolastico territoriale, la volontà di non lasciare.
Nn tutto il personale dovrà, tuttavia, presentare le domane via web: quello non di ruolo, compresi gli incaricati di religione e tutto il personale in carico alle scuole della province di Trento e Bolzano ed a quelle di Aosta, presenterà le domande in formato cartaceo direttamente alla sede scolastica di servizio/titolarità, che provvederà ad inoltrarle ai competenti Uffici territoriali. Ed anche domande di trattenimento in servizio continueranno ad essere presentate in forma cartacea.
Per quanto riguarda i requisiti il Miur ha precisato che per il personale della scuola sono “necessari per l’accesso al trattamento di pensione di anzianità sono 60 anni di età e 36 di contribuzione o 61 anni di età e 35 di contribuzione, ancorché maturati entro il 31 dicembre.
Fermo restando il raggiungimento della quota 96, i requisiti minimi che inderogabilmente devono essere posseduti a tale data, senza alcuna forma di arrotondamento, sono di 60 anni di età e 35 di contribuzione.
L’ulteriore anno necessario per raggiungere la “quota 96” può essere anche ottenuto con frazioni diverse di età e contribuzione (es. 60 anni e 4 mesi di età, 35 anni e 8 mesi di contribuzione)”. I requisiti dovranno essere raggiunti entro il 31 dicembre 2011, ma la pensione e la liquidazione saranno comunque calcolati sulla base della retribuzione del 31 agosto 2011.
Potranno chiedere di rimanere in servizio, per due anni oltre il 65esimo anno per gli uomini e il 61esimo per le donne, solo i dipendenti che non appartengano a classi di concorso o profili in esubero e non abbiano ancora raggiunto i 40 anni di contribuzione. Coloro che debbono raggiungere i 20 anni di contribuzione minima o i 40 (ma che erano in servizio al 1 ottobre 1974) potranno chiedere la deroga per rimanere in servizio fino a 70 anni.
C’è poi un ultimo punto, che non farà piacere alle decine di migliaia di precari in lista di attesa: nel decreto 99/10 viene sottolineato che “l’art. 9, comma 31, del D.L. 78/2010 convertito con L. 122/2010 ha equiparato i trattenimenti in servizio da 65 a 67 anni, previsti dal comma 5 del D. Lgs 297/94, a nuove assunzioni che, pertanto, dovranno essere ridotte in misura pari all’importo del trattamento retributivo derivante dai medesimi trattenimenti”. Il mantenimento in servizio oltre il 65° anno di età viene assimilato, in pratica, a nuove assunzioni e pertanto riduce le stesse. Vale davvero poco le preghiera del direttore generale Luciano Chiappetta, che ha firmato il decreto, di specificare per “effetto delle succitate disposizioni, i criteri di valutazione delle istanze di permanenza in servizio, dettati con la Direttiva n. 94 del 4 dicembre 2009, devono essere applicati in maniera puntuale e motivata”. Nel 2010 hanno lasciato il servizio per andare in pensione oltre 30.000 dipendenti, di cui una buona parte volontariamente.

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Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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