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dopo i tagli al personale i tagli agli stipendi

da | 7 Ott 2010 | Cobas scuola di Padova

dopo i tagli al personale i tagli agli stipendi

Oramai neanche i giornali parlano più della manovra che, in estate, Tremonti ha fatto votare senza alcuna discussione e, soprattutto (come al solito) quando i lavoratori erano in ferie.
Dopo la legge 133, il famigerato licenziamenti di massa di 150.000 lavoratori della scuola il Ministro “entra” direttamente nelle tasche dei lavoratori tagliando salari e pensioni.

Vediamo più nel dettaglio alcuni tagli effettuati:

• Contratto (già scaduto il 31/12/2009) bloccato per 3 anni con una perdita media di circa 2500 Euro per lavoratore.
• Taglio degli organici e conseguente taglio del salario accessorio (che come si sa è determinato in base agli organici)
• Blocco, per legge, degli scatti di anzianità per 3 anni. Fino al 2013 il servizio non è valido neanche ai fini giuridici. Questa misura, gravissima in quanto interviene direttamente su diritti contrattuali dei lavoratori, colpirà indistintamente tutti i lavoratori della scuola. In questi giorni abbiamo letto “fantasiosi” comunicati stampa dei sindacati concertativi (Cisl, Uil, Snals in primis) i quali raccontano la solita favoletta che grazie alla concertazione gli scatti sono stati “sbloccati”. NIENTE DI PIU FALSO!!! Il maxi emendamento, votato il 10 luglio, non modifica affatto questo punto. L’unica integrazione è un riferimento all’articolo che si occupa dello storno dei risparmi derivanti dai tagli previsti dalla legge 133/2008, la cui destinazione specifica sarà decisa da un decreto di MIUR e MEF “sentite” le OO.SS. Alcuni lavoratori/trici hanno ricevuto lo scatto stipendiale a settembre non già per la cancellazione del blocco, ma semplicemente perché l’art. 9 comma 23 prevede che “gli anni 2010, 2011, 2012 non sono utili al fine della maturazione stipendiale”, ma alla luce della Relazione tecnica (che prevede risparmi per lo Stato a partire dal 2011 e 0 risparmi per il 2010) si evince che il blocco del 2010 comincia a produrre i suoi effetti solo a partire dal 1° gennaio 2011. È bene,inoltre, precisare che si tratta non già di un blocco che coinvolge “solo” coloro che matureranno lo scatto di anzianità negli anni compresi tra il 2011 e il 2013, ma di un vero e proprio furto di tre anni per tutti/e: saranno cioè, se non costringiamo il governo a sbloccare gli scatti, tre anni perduti per tutti/e, come se, al fine della progressione stipendiale, non fossero lavorati.
• Passaggio dal 1° gennaio 2011 dal TFS (buonuscita) al TFR (liquidazione). Questa, secondo noi, è un’operazione voluta fortemente anche dai sindacati concertativi per rilanciare il fondo Espero (qualcuno ricorda??) che, di fatto, è stato in questi anni un vero e proprio fallimento. Ma andiamo con ordine: cerchiamo, innanzitutto, di fare un po’ di chiarezza dimostrando che passare dal TFS al TFR è una truffa per i lavoratori e che aderire al fondo Espero sarà un fallimento.
Fino ad oggi, i lavoratori della scuola assunti a tempo indeterminato prima del 31-12-2000 erano a regime TFS, tutti gli altri sono già a regime TFR. Ma che differenza c’è tra TFS e TFR?
Il TFS o indennità di buonuscita era la somma che veniva corrisposta alla cessazione del servizio: il suo ammontare era determinato dai 13/12 dell’80% dell’ultima retribuzione utile (costituita dallo stipendio e dall’I.I.S.) moltiplicato per il numero degli anni valutabili (inclusi i periodi riscattati):

TFS = 13/12 * 80% (Ult. stip. + i.i.s.) * anni valutabili

Quindi il TFS dipendeva dall’ultimo stipendio e dalle sue variazioni contrattuali che, a loro volta, erano legate alla progressione di anzianità di servizio.
Invece il trattamento di fine rapporto (TFR) è costituito da una quota pari al 6,91% degli stipendi (comprensivi dell’i.i.s.) e della tredicesima mensilità. Le somme accumulate di anno in anno sono rivalutate annualmente nella misura dell’1,5% fisso più il 75% dell’aumento dell’indice ISTAT.

Cioè, ogni anno si avrà:

TFR = 6,91%della retribuzione utile annua + (1,5% fisso + 75% indice ISTAT) accantonamenti e rivalutazioni precedenti

Il TFR è, quindi, strettamente legato alle retribuzioni effettivamente percepite negli anni passati e all’indice ISTAT (che tutti sappiamo essere molto inferiore dell’inflazione reale).

È evidente, quindi, che per i lavoratori è più vantaggioso il regime TFS. E non è un caso, appunto, che Tremonti, per legge, impone a tutti/e il passaggio al TFR-

Ma perché questa manovra può andare bene ai sindacati “concertativi”?

Semplice: prima di questa imposizione chi voleva aderire al fondo Espero doveva passare dal TFS al TFR. Oggi questo problema non si pone più: il passaggio è imposto per legge e, crediamo, i sindacati torneranno alla carica e molti lavoratori/trici potranno cadere nella trappola dei fondi pensione.

Per questo, pensiamo sia cosa utile, ricordare a tutti/ cosa sono i fondi pensione, in particolare Espero.

Espero è un fondo pensione chiuso, gestito da tutti i sindacati “rappresentativi” e dal Ministero dell’Istruzione. I soldi del TFR dei lavoratori saranno investiti in borsa, infatti il rendimento di Espero è legato ai mercati finanziari. Per questo motivo, nella scheda informativa del fondo c’è scritto: ” In nessun caso l’associato ha la garanzia di ottenere, al momento dell’erogazione delle prestazioni, la restituzione integrale dei contributi versati ovvero un rendimento finale rispondente alle aspettative. Non esistono del pari garanzie sul ripetersi in futuro delle perfomance realizzate negli anni precedenti né sul rendimento finale che sarà possibile ottenere al momento del pensionamento”

Non è certo difficile, oggi con la crisi mondiale in corso, dimostrare che chi ha aderito ai fondi pensione ha perso buona parte della sua liquidazione.

A conti fatti conviene, quindi, non “rischiare” i nostri soldi e, nonostante la truffa stabilita per legge, mantenere dal 01/01/2011 il nostro TFR.

Mobilitiamoci per il ripristino del sistema retributivo e la garanzia di una pensione per tutti i lavoratori, per il rinnovo del contratto, per lo “sblocco” degli scatti di anzianità


VENERDI’ 15 OTTOBRE
SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA

cobas della scuola

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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