Le incursioni nella scuola pubblica del Ministero e dei suoi esegeti – vedi anche le Nuove Linee Guida per l’Istruzione di I° grado – più volte si sono ripetute in questi 2 anni e mezzo. Incursioni realizzate non per sanare l’endemico problema dei precari (ricordiamolo: sono stati anche quest’anno circa 240.000), del perverso uso dei fondi PNNR, del percorso ad ostacoli per ottenere l’idoneità all’insegnamento (quanto di guadagnano le Università pubbliche e private: è una tangente para istituzionaale, si paga per poter, forse un dì, lavorare).
NO, questi non sono proplemi per lor signori, il problema vero è assumere il controllo (e comando) sulla didattica, specie se critica o difforme dalle vigenti Linee Guida. E la libertà d’insegnamento del docente diventa un optional, concesso dalla dal dirigente scolastico più o meno rigido o rigorosamente allineato con il MIN.
Ripetiamo non sono casi isolati ma sono attenzionate tutte le situazioni che si prestano ad essere strumentalizzate al fine ultimo del disciplinamento del corpo docente e studentesco.
E’ così, purtroppo. Con le nuove leve – via, qualcun3 si salva – di DS che sono da brividi sia per l’insipienza sia per omologazione. Basti vedere o leggere quanto improvvide sono le dichiarazioni – “una bravata” – della ds del Liceo Malpighi di Roma, quando ha visto la foto dei suoi studenti festanti mentre fanno il saluto fascista, con alle spalle uno striscione recante i classici caratteri runici usati dai gruppi neofascisti.
Il caso che segnaliamo qui di seguito (dal corriere.it) si commenta da se: lasciamo a ciascun3 il piacere di darci il significato che crede. Per noi è chiaro e indelebile. [G.Z.]
E’ accaduto tutto durante una foto di classe. Da una parte c’era l’assessora Eleonora Paccagnella, con la delega all’istruzione del Comune di Limena (Pd), dall’altra una delle maestre della scuola primaria Manzoni. Paccagnella, di Fratelli d’Italia, rappresenta il Comune nella giunta di Stefano Tonazzo e ha portato a scuola un libretto dedicato alle donne eccellenti nella storia. Una ristampa, a dire il vero, (visto che il libretto era stato distribuito anche lo scorso anno senza far discutere) in cui in questa versione accanto alle scienziate sono apparse altre «Ragazze con i numeri» (il volumetto si intitola così) che si sono dedicate all’arte, come Frida Khalo, alla pedagogia come Maria Montessori e anche alla politica, come Nilde Iotti e – ed è qui che si è scatenata la polemica – Giorgia Meloni.
«E’ la prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente del consiglio, e si trova nel libretto per questa ragione – spiega Paccagnella- se a qualcuno non piace questa tipologia di storia non so che farci ma è la realtà. Non si trattava assolutamente di una volontà celebrativa, bensì di dare conto di una realtà». La tensione con l’insegnante è scoppiata tuttavia poco dopo: alla consegna del volume sarebbe stato proposto di fare una foto celebrativa del momento ai bambini con il volume in mano. Solo che vista la necessità ovvia di oscurare i volti dei piccoli si è pensato di proporre agli stessi di scegliere un personaggio del libretto e usarlo per «coprire» il proprio volto.
La foto ricordo
«La maggioranza dei bambini naturalmente ha scelto proprio Giorgia Meloni, che è uno dei pochi personaggi che conoscono – spiega la dirigente Francesca Rosati – visi di altre epoche a loro non dicono nulla. Si sarebbe quindi creata la situazione surreale di una foto con tutti i bambini delle elementari con il volto della premier. Con il Comune c’è un’ottima collaborazione in molti ambiti. Quello che abbiamo chiesto come scuola, anche al fine di evitare malintesi, è di essere più chiari in situazioni di questo tipo e qualora si presentassero nuovamente occasioni simili di approfondire e presentare tutti i personaggi del libretto ai bambini in modo da dare più scelta e più consapevolezza».
La tensione, al momento della foto, si è dunque scatenata tra l’insegnante della classe e l’assessora. La docente, responsabile di una classe di minorenni, si è opposta alla foto. Che alla fine non è stata fatta anche per evitare incomprensioni con le famiglie. «Alla fine non è stata scattata nessuna foto – dice tuttavia Paccagnella – voglio chiarire che l’attacco nei miei confronti è puramente politico. Se non ci fosse stata Giorgia Meloni nel libretto non sarebbe successo nulla. In ogni caso vorrei fosse chiaro che quella situazione non è stata in alcun modo spinta da me né utilizzata successivamente (foto infatti non ce ne sono). Respingo al mittente tutte le accuse di strumentalizzazione».
«A prescindere dal battibecco al quale non ho assistito e che mi è stato riferito da entrambe le parti- continua la preside – mi sono semplicemente raccomandata con il Comune di tenere maggiore prudenza in altre iniziative simili. Penso che la docente abbia agito nel modo corretto tenendo conto del fatto aveva, come è ovvio che sia, la responsabilità di tutti i suoi alunni. Ha voluto evitare qualsiasi accusa di strumentalizzazione dei piccoli studenti, che a prescindere dal colore politico non è certamente adatta ad una scuola. Per noi, in ogni caso, la storia è chiusa, ci siamo chiariti con l’amministrazione con la quale collaboriamo sempre in modo molto positivo e continueremo a farlo in futuro».