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TAGLI per salute e scuola, RITAGLI per la guerra

da | 8 Apr 2024 | Osservatorio contro la guerra, Webpress

di AA.VV.

Nel mentre la propensione al risparmio delle famiglie cala al 6,3%, dal 7,8% del 2022, toccando il minimo dal 1995, con ciò incrinando la solvibilità sociale del debito pubblico italiano in costante crescita, continuiamo a spendere e indebitarci: ci avviamo a toccare (278oooMLD) ovvero il 140% del PIL. Spendiamo in armi, armamenti e impegni militari in campo internazionale mentre continuiamo a tagliare le spese nei segmanto del servizi, del fu welfare.

Infatti se già nel 2023 vi era stato un aumento di 1,8 miliardi, nel 2024 vi è stato un ulteriore balzo di 1,4 miliardi, con un innalzamento complessivo nel biennio del 12,5%, che ha portato per la prima volta nella storia il bilancio del ministero della Difesa a superare i 29 miliardi. Sempre per la prima volta nella storia, ben 10 di questi 29 miliardi sono destinati all’acquisizione diretta di armamenti.

È il caso della sanità, per la quale, dopo le lacrime di coccodrillo durante la pandemia sui tagli effettuati nell’ultimo decennio, oggi, secondo l’ultimo rapporto della Corte dei Conti, ci troviamo con risorse pari a 131 miliardi (nel 2022) nettamente inferiori a quelle della Germania (423 mld) e della Francia (271 mld), e con un rapporto spesa/Pil che, se nel nostro Paese è pari al 6.8%, in Spagna raggiunge il 7,3%, mentre vola in Francia (10,3%) e in Germania (10,9%).

Ed è il caso dell’istruzione, per la quale il nostro Paese – ultimo in Europa – destina l’8% della spesa pubblica contro una media Ue 27 pari al 10%.

Come certificato dall’Istat nelle stime preliminari del mese di marzo, abbiamo inoltre raggiunto il massimo storico delle famiglie in povertà assoluta, che oggi sono l’8,5% delle famiglie residenti; si tratta di 5,7 milioni di persone, tra le quali 1,3 milioni sono minorenni.

Di fronte a questi dati, si smaschera l’ideologia del debito e delle politiche di austerità: i soldi ci sono e sono tanti, ma le scelte politiche li destinano all’economia di guerra e agli interessi dei pochi contro il resto della società.

 

Pubblicato da: Redazione Cobas e Cesp Veneto
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