Ci è arrivata questa comunicazione afferente il CONVEGNO di aggiornamento, organizzato dal CESTES per il 4 novembre, titolato la “scuola non si arruola” in cui si riporta il diniego del Ministero al riconoscimento del convegno ai fini dell’aggiornamento del personale scolastico.
In questi tempi di ‘guerra mondiale a pezzi’ – definizione di papa Bergoglio – in cui sono attivi più di 50 conflitti guerreggiati, in cui assistiamo al genocidio, al massacro dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, in cui stiamo entrando nel 4° anno di guerra in Ucraina, questo diniego è particolarmente grave: una censura preventiva, una offesa  verso tutto il personale della scuola, un terribile segnale di involuzione autoritaria che entra a gamba tesa dentro il mondo della scuola.
Siamo esterefatti ma non domi: noi del CESP, forti del riconoscimento sociale ed istituzionale che abbiamo continueremo a produrre informazione, didattica e pensiero critico, così come abbiamo fatto negli oltre 20 anni di attività, ma certamente non ci esimiamo dal denunciare la prevaricazione che il CESTES ha subito e il restringimento degli spazi di democrazia e confronto per tutti che ne consegue.
Buongiorno,
siamo desolati di comunicare che il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annullato il corso “4 novembre, la scuola non si arruola” che, infatti, non risulta più attivo sulla piattaforma Sofia. Pertanto non sarà possibile fruire del permesso per formazione che deve essere annullato da ognuno di voi.
Le motivazioni ufficiali sono che (si cita testualmente il decreto):
– l’iniziativa “La scuola non si arruola” non appare coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti, così come definite nel CCNL scuola e nell’Allegato 1 della Direttiva 170/2016.
Il MIM sta sostanzialmente dicendo che un corso che ha come oggetto un tema estremamente attuale come la guerra e se l’educazione debba essere educazione alla pace e al rifiuto delle armi come soluzione dei conflitti non è oggetto di dibattito pedagogico, nonostante l’articolo 11 della Costituzione, per cui l’Italia ripudia la guerra.
I legali del CESTES stanno operando per restituire il diritto alla formazione libera e consapevole ad ogni docente.
Riteniamo urgente questa prima comunicazione, per consentire a ognuno di ritirare il permesso per formazione già chiesto e non incorrere in conseguenze disciplinari. Forniremo maggiori informazioni e approfondimenti successivamente in altre sedi.
Siamo certi di potere confidare nel vostro sostegno.
Cordiali saluti
Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali






