Questo che riportiamo è un articolo del sole24 che riassume lo stato delle cose con una quid di benevolenza nei confronti del MIM. La verità, aldilà del balletto dei numeri (che sono persone), sta nel fatto che anche in quest’anno scolastico il 25% del personale scolastico (docenti + ata) sarà precario.
Ovvero, omettendo il disagio psicofisico di queste 250.000 persone), soffermandoci solo all’aspetto materiale (stipendio) – e bypassando trasferimenti sud-nord, est-ovest, costi per l’abitazione e quant’altro – queste persone lavoratrici precarie riceveranno uno stipendio ridotto al minimo tabellare, avranno minori tutele nel lavoro, la maggioranza riceverà 3 o 2 mensilità (già le più basse in EU) in meno de* collegh* con cui lavoreranno nelle classi. Dei supplenti a chiamata non osiamo scrivere.(GZ)
Il balletto di cifre tra sindacati e ministero
Per rendersene conto basta vedere il battibecco di cifre andato in scena questi giorni tra sindacati, che lanciano (lo fanno ogni anno) l’allarme per le oltre 200/230mila supplenze tra docenti e personale tecnico-amministrativo, e il ministero dell’Istruzione e del Merito, che puntualmente dimezza queste cifre, in attesa di dati reali che arriveranno non prima dell’autunno, con le classi e le lezioni avviate.
Sistema di reclutamento ormai da rivedere
Va detto con chiarezza che la «supplentite» è un male storico della scuola italiana. Ma come sanno bene famiglie e studenti pesa molto, in primis sugli apprendimenti. Molti ragazzi, in alcuni casi, vedono arrivare l’insegnante stabile anche a dicembre (il valzer di cattedre a ogni inizio anno andrebbe davvero affrontato in modo serio, sostengono ormai tutti gli esperti e gli utenti del servizio).
Qualche numero
Il governo, nelle scorse settimane, ha autorizzato il Mim ad assumere stabilmente 48.504 docenti, dei quali 13.860 sul sostegno, 44 unità di personale educativo, 6.022 insegnanti di religione cattolica e 10.348 unità di personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata). Nonostante, come detto, otto/nove procedure in piedi, si riuscirà ad assumere realmente circa l’80%/85% di queste disponibilità.
Un esempio di problema
Un esempio concreto di un sistema ormai da riformare fortemente è la cosiddetta mini call veloce, una di queste procedure assunzionali che consente ai docenti di concorrere per l’assunzione di posti di sostegno disponibili in una provincia diversa da quella in cui sono iscritti. Secondo un report della Cisl Scuola, con questa procedura sarebbe stata coperta solo una minima parte delle disponibilità, pari a meno del 20%, lasciando un record di posti scoperti nella scuola primaria. Su 7.287 posti disponibili infatti, si registrano 1.466 assunzioni mentre rimangono scoperti ben 5.831 posti, pari all’80,2% delle disponibilità. E’ la scuola primaria quella che appare più in sofferenza e le difficoltà a soddisfare il fabbisogno di personale specializzato per l’insegnamento sui posti di sostegno si concentrano nelle regioni del Nord. Anche per questo motivo il ministro Valditara si sta battendo, all’interno del Piano Casa Italia, per arrivare ad alloggi a prezzi calmierati per il personale scolastico che si trasferisce per un lavoro “fuori sede”.