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Mozione per la pace e la difesa dei diritti umani in Palestina

da | 19 Giu 2025 | Materiali, Primo piano

Collegio docenti dell'IIS Giovanni Valle

Mozione per la pace e la difesa dei diritti umani in Palestina

Come docenti impegnati nella promozione dei valori democratici, del pluralismo, della cittadinanza attiva e della difesa dei diritti umani, sentiamo l’urgenza morale di prendere pubblicamente posizione in merito alla tragedia umanitaria che si sta consumando in Palestina, che coinvolge decine di migliaia di vittime innocenti, tra cui un numero senza precedenti di bambini e di civili. Le notizie e le immagini di interi quartieri rasi al suolo, di ospedali bombardati e resi inagibili, di bambini mutilati e insanguinati, di medici, infermieri e giornalisti presi di mira e trucidati, di centinaia di civili affamati e uccisi mentre aspettano un sacco di farina, meritano attenzione, non indifferenza, anche e soprattutto ora, di fronte a un nuovo, spaventoso teatro di guerra in Medioriente che rischia di occultare quelle immagini, fino a farcele dimenticare.

A Gaza non solo la vita umana viene quotidianamente calpestata, ma è stato distrutto l’intero tessuto sociale e scolastico in particolare: 560 scuole colpite su 564, 800.000 studenti e studentesse privati del diritto all’istruzione, centinaia di insegnanti uccisi. Anche in Cisgiordania la situazione si aggrava: scuole chiuse o funzionanti a intermittenza, per 782mila alunni e alunne, che, insieme alle proprie famiglie, vivono quotidianamente le violazioni dei propri diritti a causa dell’occupazione militare israeliana da decenni.

Nessuna ragione geopolitica, nessuna logica di guerra può giustificare il bombardamento sistematico di civili, la negazione degli aiuti umanitari, la distruzione di scuole e ospedali, la fame usata come arma. L’impotenza e l’inerzia delle istituzioni internazionali aumentano lo scandalo e l’ingiustizia. È inaccettabile che si continui a ignorare le più elementari norme del diritto internazionale umanitario, e a mantenere un costante stato di impunità nei confronti di coloro che ne sono responsabili.

Mentre noi docenti assistiamo in diretta a questo massacro quotidiano che sempre più esperti a livello internazionale, tra cui storici e giuristi israeliani e di fede ebraica, chiamano genocidio e pulizia etnica, siamo contemporaneamente chiamati ad insegnare Educazione Civica e, quindi, a trasmettere valori di solidarietà, di rispetto, di umanità e cittadinanza responsabile; ma come possiamo parlare di memoria, di progresso, di sostenibilità, di solidarietà e diritti umani se accettiamo passivamente una realtà in cui l’orrore viene normalizzato, in cui la legge del più forte è l’unica a regolare i rapporti tra gli Stati, in cui l’altro viene rappresentato come un animale, da piegare e umiliare fino ad intaccarne la dignità?

In un tempo in cui si moltiplicano, anche nel mondo dell’educazione, gli appelli per il cessate il fuoco e perché il dialogo e la diplomazia tornino ad essere gli strumenti di risoluzione delle controversie internazionali, come recita la nostra Costituzione, chiediamo con forza che le istituzioni italiane escano dall’ambiguità e assumano una posizione chiara e coraggiosa. Concretamente, insieme alla rete delle scuole per la pace, ad associazioni di giuristi e a migliaia di cittadini, chiediamo che vengano sospesi gli accordi militari con Israele e che vengano praticate delle forme efficaci di pressione internazionale che fermino l’occupazione militare e la negazione dei diritti fondamentali del popolo palestinese.

Crediamo infatti che la sicurezza per chiunque viva in Medioriente, e non solo, non potrà mai essere costruita sulla negazione dei diritti dell’altro. Pace significa pari diritti, giustizia, libertà, riconoscimento del diritto all’autodeterminazione per tutti i popoli, con pari dignità. Principi fondanti della civiltà occidentale, non raramente richiamati con inconcludente retorica ed intollerabile incoerenza dai decisori politici.

Insegnare quindi significa anche prendere posizione. Non è ideologia, è responsabilità etica. La scuola forma cittadini, non spettatori. E la cittadinanza implica la capacità di guardare la realtà, nominarla con onestà, reagire con consapevolezza. Non possiamo restare neutrali davanti alla violazione sistematica dei diritti umani che segnerà intere generazioni.

Ci rincuorano le parole del Presidente della Repubblica, pronunciate durante il 2 giugno:

Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano. È inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario nei confronti dei cittadini di Gaza. S’impone subito il cessate il fuoco.”

Oggi, con questo appello, esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime inermi di tutte le guerre, a chi sopravvive nella disperazione, a chi denuncia l’ingiustizia rischiando la vita. Condanniamo ogni forma di violenza contro i civili, ogni strumentalizzazione del dolore, ogni indifferenza che uccide due volte.

Perché educare alla pace è anche educare alla verità, alla giustizia, alla responsabilità collettiva. E perché, oggi più che mai, la scuola non può tacere.

I/le docenti del collegio – IIS Valle

(approvato a larga maggioranza, con 7 astenuti, Padova 17 giugno 2025)


Pubblicato da: Redazione Cobas e Cesp Veneto
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