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A che punto è la notte

da | 22 Mag 2025 | Autodifesa, Materiali, Webpress

dal corriere.it

Istat, il crollo del potere d’acquisto: salari reali giù del 10,5% in 5 anni. E l’80% dei nuovi occupati è over 50

di Valentina Iorio

Nel 2024 gli over 50 rappresentano il 40,6% dell’occupazione totale. Quasi un quarto della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale

Istat, salari reali giù del 10,5% in 5 anni: l’80% dei nuovi occupati è over 50

Fonte: relazione Istat

 

I salari reali hanno perso il 10,5% del potere d’acquisto, tra il 2019 e il 2024, a causa della forte crescita dei prezzi. A fotografare la situazione è il Rapporto Annuale 2025 dell’Istat sulla situazione del Paese, presentato il 21 maggio dal presidente Francesco Maria Chelli a Montecitorio. La perdita del potere d’acquisto a fine 2022 ha raggiunto il 15% poi è scesa, toccando a febbraio l’8,7%. Ma è risalita al 10% a marzo 2025. Guardando al reddito reale da lavoro per occupato il rapporto evidenzia che nel 2024 «è più elevato rispetto al 2014, anno di minimo dopo la grande recessione degli anni precedenti, ma più basso del 7,3% rispetto al 2004 (-5,8% per i dipendenti) per la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione con riduzioni per tutte le classi di età».

L’80% dei nuovi occupati è over 50

I posti di lavoro continuano ad aumentare,  arrivando a 23,9 milioni di occupati a fine 2024. Ma 8 nuovi occupati su 10 sono over 50 (+285 mila, +3%). Nel 2024 gli over 50 rappresentano il 40,6% dell’occupazione totale, registrando anche un forte incremento rispetto al 2019 (+12,5%). Al contrario, il numero di occupati 35-49enni (36,9% del totale) è inferiore rispetto al 2019 di oltre 500 mila unità, a fronte di un calo di un milione e 393 mila individui residenti in questa classe di età.

Le differenze tra Nord e Sud

 Nonostante il Mezzogiorno registri il maggior incremento di occupati (+2,2%), la distanza dal Nord rimane elevata, anche se in calo (rispettivamente 49,3% contro 69,7%, oltre 20 punti in meno). L’aumento degli occupati riguarda solo i più istruiti: nel 2024 crescono solo gli occupati con diploma (+2,2%) o laurea (+3,7%), mentre calano quelli con al massimo la licenza media (-1,8%). Il tasso di occupazione raggiunge l’82,2% tra i laureati e scende al 45,1 per i meno istruiti. Il divario di genere si riduce con l’aumentare del livello di istruzione: 28 punti tra chi ha al massimo la licenza media, che passano a 19,5 tra coloro che possiedono un diploma e a quasi 7 punti tra laureati e laureate.

Un quarto della popolazione a rischio povertà

Dal rapporto emerge anche che quasi un quarto della popolazione, il 23,1%, è a rischio povertà o esclusione sociale (+0,3 punti sul 2023). Al Sud il dato sale al 39,8%. L’indicatore riguarda le persone che hanno almeno un fattore di rischio tra la povertà (un reddito inferiore al 60% di quello mediano), la grave deprivazione materiale e la bassa intensità di lavoro. L’Istat sottolinea che il rischio di povertà ed esclusione sociale cresce per gli individui che vivono in famiglie il cui principale percettore di reddito ha meno di 35 anni (dal 28,4% al 30,5% del totale).

Persi quasi 100 mila giovani laureati in 10 anni

L’Italia ha visto emigrare negli ultimi 10 anni circa 97 mila giovani laureati con un record nel 2024 e l’uscita di 21 mila giovani con un alto livello di istruzione. 

qui il rapporto 2025 ISTAT

Pubblicato da: Redazione

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