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EUROcentrismo/ITALOcentrismo: piazze e discussioni

da | 11 Apr 2025 | Discussione, Osservatorio contro la guerra, Primo piano, Webpress

di redazione (quandosuonalacampanella.it)

Riportiamo qui di seguito un redazionale del blog del CESP di Bologna a proposito di discorsi, piazze ed interventi europeisti, usciti dal cappello di noti giornalisti, scrittori, attori. Insomma una serie personaggi in grado di influire sulla pubblica opinione in questi tempi degradati, che si sono prestati dalle loro rubriche sui giornaloni e/o dai ‘truman show’,a metterci la faccia. Tutt* hanno dichiarato che sono stati sospinti dal loro afflato europeista messo a dura prova dalla sparata provocatoria in Parlamento del PdC Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventottene di Spinelli, Rossi &C. Ma cosa è passato sul palco in quelle piazze?
Baciati dal sole, facendosi ventaglio con il detto Manifesto: per dire W l’Europa, armatevi e state pronti a partire!
Ma vi pare possibile che il fior fiore dell’intellighentia di sinistra (?), che si spaccia per pacifista, compassionevole, preoccupata (+ quello che volete) possa vendere queste idiozie senza alcun* li mandi a quel paese (europeo)?!! G.Z.

La cosa che più inquieta però è che sembra che la matrice culturale comune di questi ed altri discorsi che stanno prendendo forza negli ultimi tempi sia la stessa che emerge dalle pagine sulla materia Storia nella bozza delle nuove Nuove indicazioni 2025 per la scuola.
A partire dalla frase di apertura, apodittica, secca, senza ombra di dubbio, orgogliosa:

“Solo l’Occidente conosce la Storia”.

La netta gerarchizzazione delle “culture” implicita nell’affermazione emerge evidente nelle frasi che seguono:

“Altre culture, altre civiltà hanno conosciuto qualcosa che alla storia vagamente assomiglia, come compilazioni annalistiche di dinastie o di fatti eminenti succedutisi nel tempo; allo stesso modo, per un certo periodo della loro vicenda secolare anche altre civiltà, altre culture, hanno assistito a un inizio di scrittura che possedeva le caratteristiche della scrittura storica. Ma quell’inizio è ben presto rimasto tale, ripiegando su se stesso e non dando vita ad alcuno sviluppo; quindi non segnando in alcun modo la propria cultura così come invece la dimensione della Storia ha segnato la nostra”.
In queste frasi emerge un’idea di “cultura” rigida, impermeabile, che agisce con le “altre culture” solo confliggendo con esse per il dominio, rimanendo pura nella sua essenza. Proseguendo addirittura il discorso si trasforma in una vera e propria esaltazione della superiorità [!] della “cultura occidentale” che le avrebbe permesso di divenire “intellettualmente padrona del mondo”:
“È attraverso questa disposizione d’animo e gli strumenti d’indagine da essa prodotti che la cultura occidentale è stata in grado di farsi innanzi tutto intellettualmente padrona del mondo, di conoscerlo, di conquistarlo per secoli e di modellarlo”. Come non leggere queste parole come una rivendicazione orgogliosa della funzionalità della cultura al dominio, come ad esempio è avvenuto nelle vicende del colonialismo?
Quali riferimenti culturali si stanno affermando oggi in Italia? Quali intellettuali trovano spazio negli organi di informazione? Quali stanno cercando di farsi strada nella scuola?
E “noi”, quelli con la “n” minuscola, che non si sentono dentro quel recinto di italocentrismo, Occidente dominante, presuntuoso europeismo bellicista, noi, avremo la forza di difendere i principi di giustizia, uguaglianza, pace come cittadini del mondo?

Rivista on line legata alle sedi CESP e COBAS di Bologna e al CDS70

 

Pubblicato da: Redazione

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