Inizio 5 Discussione 5 PARTE IL RIARMO ad Anagni (FR) e Colleferro (RM)

PARTE IL RIARMO ad Anagni (FR) e Colleferro (RM)

da | 10 Apr 2025 | Discussione, Osservatorio contro la guerra, Proposte, Webpress

da comune-info.net

Le fabbriche di morte finanziate con fondi pubblici dalla Commissione europea rischiano di diventare presto realtà: apprendiamo con sgomento chela ex Simmel Difesa, oggi Knds (gruppo franco-tedesco, con una capacità produttiva unica nel mercato europeo e un fatturato superiore ai 3 miliardi di euro), ha presentato un progetto per produrre nitro gelatina e polveri di lancio per proiettili a uso militare nello stabilimento ex Winchester di Anagni (dove paradossalmente oggi si provvede al disinnesco dei proiettili scaduti).

Nel SIN valle del Sacco, zona altamente inquinata dai veleni del passato, mai bonificata e senza adeguate strutture ospedaliere pubbliche, si progetta l’ampliamento di un impianto insalubre con l’installazione di 11 edifici per potenziare la filiera delle armi, aumentando il rischio di incidenti rilevanti e raddoppiando i punti emissivi.

Knds dispone a Colleferro di uno dei più importanti stabilimenti per il caricamento, per la produzione e per i test di munizioni e bombe. Con la nuova linea produttiva della vicina sede di Anagni la società arriverà a fabbricare fino a 3 tonnellate di esplosivo ogni giorno, con una produzione stimata di 150 chilogrammi di nitro gelatina l’ora. Dopo il varo dei programmi europei e la visita allo stabilimento di Colleferro del Commissario Thierry Breton nel 2023 al gruppo è stato letteralmente chiesto di pianificate l’incremento della sua produzione per missili e proiettili di artiglieria con cui riempire gli arsenali. Il progetto per la nitro gelatina ad Anagni è funzionale a questo scopo e sta rispettando i tempi del cronoprogramma anche grazie a un finanziamento comunitario di 41 milioni di euro. Anche se varato nel 2023 il programma di rilancio della produzione di proiettili d’artiglieria fa parte integrante del processo più generale di riarmo promosso negli ultimi mesi dalla Commissione EU.

La corsa agli armamenti è il male del secolo e l’UE vuole rilanciare l’industria e il commercio bellico a discapito delle spese sociali: quante strutture, beni e servizi sanitari si possono dare ai cittadini con 41 milioni di euro? “Una fregata multiruolo europea vale lo stipendio di 10.662 medici all’anno; un caccia F-35 equivale a 3.244 posti letto di terapia intensiva; un sottomarino nucleare Virginia costa quanto 9.180 ambulanze”.

Dopo un lungo insistente martellamento mediatico il 4 marzo 2025 la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato il ReArm Europe, un investimento militare da 800 miliardi di euro, indebitando i Paesi, invece di promuovere azioni per interrompere l’invio di armi nei diversi teatri di guerra e per contrastare le drammatiche sfide sociali e climatiche del nostro tempo. A quali vere esigenze risponde il ReArm, se ogni grande conflitto nella storia è stato sempre preceduto da ingenti investimenti bellici? Di continuare le stragi a Gaza e Cisgiordania, in tutto il Medio Oriente, in Sudan, Congo, Ucraina, Yemen e in nuovi futuri scenari?

Come mamme da nord a sud diciamo con forza che non vogliamo più fabbriche di morte! Non ad Anagni e a Colleferro, né altrove. Ci opponiamo al “sistema guerra”, ad ogni riarmo, alla propaganda bellicistica, che ha accompagnato il ReArm Europe, e al clima di paura che si vuole diffondere nell’opinione pubblica. I giovani di ogni nazione e bandiera sono doni non carne da cannoni. Non vogliamo che con quella polvere da sparo siano armati cannoni, dilaniati giovani corpi, bambini, spezzate speranze, distrutte città, avvelenati i territori, dove mancano ospedali, bonifiche, scuole. Denunciamo e non accettiamo le ingerenze di militari e propaganda di guerra nelle scuole per preparare i nostri figli a diventare cinici soldati domani: vogliamo scuole e università che insegnino pace, collaborazione e convivenza in questo mondo devastato.

Le politiche di riarmo sono un fatto nazionale: facciamo appello ai parlamentari, alla Regione Lazio, all’Amministrazione Provinciale di Frosinone e ai Comuni di Anagni e Colleferro per fermare il progetto.

Lanciamo un appello di adesione e di mobilitazione a tutte le organizzazioni pacifiste: basta fabbriche di armi! Se non fermiamo questo progetto, lasceremo spazio a un paese sempre più militarizzato, che sperpera soldi, sacrifica ogni

No alle fabbriche di morte e ai signori della guerra. Sì all’economia e alla finanza di pace per sostenere il disarmo.

Segnala la tua disponibilità scrivendo a: MammeNoRiarmo@gmail.com
vedi qui

Pubblicato da: Redazione Cobas e Cesp Veneto

Categorie

Archivi

Shares
Share This