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BUONI PASTO (ata)

da | 4 Mar 2025 | Cobas Scuola, Proposte

di Domenico Montuori*

Il personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) delle Istituzioni Scolastiche italiane svolge un ruolo fondamentale nel garantire il buon funzionamento delle scuole. Nonostante la loro importanza, questi lavoratori/trici si trovano spesso in una condizione di disparità rispetto ad altri dipendenti pubblici, in particolare per quanto riguarda il diritto ai buoni pasto. Tale mancanza rappresenta non solo un’ingiustizia evidente, ma anche un problema economico e sociale che incide sulla loro qualità della vita e sulle condizioni lavorative. Nel settore pubblico, il buono pasto è riconosciuto come un diritto per i lavoratori/trici che prestano servizio con turni prolungati o che non hanno accesso a una mensa aziendale. Questo diritto, consolidato in molte amministrazioni pubbliche, non viene tuttavia garantito al personale ATA, nonostante esso sia soggetto a orari che comprendono la pausa pranzo e svolga un servizio essenziale per il funzionamento delle scuole.

L’attuale normativa sui buoni pasto nel pubblico impiego prevede che questi siano concessi ai/alle dipendenti che effettuano almeno sei ore di servizio continuativo e che non abbiano accesso a una mensa aziendale. In molte amministrazioni, compresi gli uffici ministeriali e altri enti pubblici, i buoni pasto sono una prassi consolidata. Tuttavia, nel settore scolastico, il personale ATA continua a esserne escluso, creando una evidente discriminazione rispetto agli altri lavoratori/trici pubblici. L’assenza di buoni pasto comporta un’erosione salariale per i lavoratori/trici ATA, che sono costretti a coprire di tasca propria le spese per il pranzo durante il servizio. Questo problema diventa ancora più rilevante in un contesto di aumento del costo della vita, dove il potere d’acquisto dei dipendenti pubblici è già messo a dura prova. I salari del personale ATA sono notoriamente tra i più bassi nel comparto pubblico, e la mancata erogazione dei buoni pasto rappresenta un ulteriore aggravio economico che incide sul loro benessere. L’introduzione dei buoni pasto per il personale ATA sarebbe una misura di equità, in quanto garantirebbe a questi lavoratori/trici un beneficio che già viene riconosciuto a molti loro colleghi di altri settori della Pubblica Amministrazione. Inoltre, ciò contribuirebbe a migliorare la motivazione e il benessere dei lavoratori/trici, riducendo il disagio economico legato alle spese quotidiane per il pasto.

I COBAS Scuola da anni si battono per il riconoscimento del diritto ai buoni pasto per il personale ATA. Tuttavia, fino a oggi, non si è ancora giunti a un intervento normativo che preveda questa misura. Il passo successivo dovrebbe essere un adeguamento contrattuale che preveda l’estensione dei buoni pasto a tutto il personale A.T.A. con turni che includano la pausa pranzo, in modo da eliminare questa disparità e garantire un trattamento equo e dignitoso per tutti. Riconoscere il diritto ai buoni pasto per il personale ATA è una questione di giustizia, equità e dignità lavorativa: le istituzioni scolastiche non potrebbero funzionare senza il loro contributo essenziale, eppure essi/e continuano a essere trattati in modo svantaggiato rispetto ad altri dipendenti pubblici.Un intervento normativo e contrattuale che preveda l’assegnazione dei buoni pasto al personale ATA è ormai una necessità imprescindibile. Garantire pari diritti a tutti i lavoratori/trici del settore pubblico non solo rafforzerebbe la giustizia sociale, ma migliorerebbe anche le condizioni di lavoro e la qualità del servizio reso dalle Istituzioni Scolastiche. È tempo che questa ingiustizia venga sanata, riconoscendo al personale ATA un diritto che gli spetta di fatto. I COBAS Scuola si impegnano, anche per eventuali ricorsi legali, per il riconoscimento del diritto ai buoni pasto per il personale A.T.A.

* Domenico Montuori   Esecutivo nazionale COBAS Scuola

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Pubblicato da: Redazione Cobas e Cesp Veneto

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