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PRECARI: scuola “fuorilegge”

da | 8 Ott 2024 | Discussione, Materiali, Webpress

da tuttoscuola.com

Nel 2015 erano precari il 12% degli insegnanti, nel 2022 il 25%. E’ il numero dei docenti di sostegno precari ad essere fuori controllo: è aumentato di 92 mila unità in 7 anni (+250%)

Analizzando i dati dei docenti con contratto a tempo determinato (annuali o fino al 30 giugno), relativi all’anno scolastico 2022-23 e pubblicati sul Portale Unico del Ministero dell’Istruzione e del Merito, Tuttoscuola ha rilevato anche le situazioni delle singole province per quanto riguarda sia la quantità complessiva dei contratti attivati sia l’incidenza rispetto al numero di cattedre e posti funzionanti. Sono le grandi province con città metropolitane a registrare il più elevato numero di contratti per docenti supplenti: Roma è in testa con 16.542 supplenti, seguita da Milano con 15.469, Torino con 11.030, Napoli con 10.716.

“È, invece, interessante conoscere l’incidenza del numero di supplenti rispetto al numero delle cattedre e dei posti funzionanti, perché rappresenta la situazione di precarietà delle scuole nella provincia italiana”, sottolinea Tuttoscuola.
È la provincia di Lodi ad avere la percentuale più alta (42,6%) di supplenti (1.254) in rapporto al numero delle cattedre e dei posti di varia tipologia (2.941) funzionanti, seguita da Novara con il 40,3% (1.914 supplenti su 4.755 cattedre). In una situazione diametralmente opposta per ridotta incidenza di supplenti si trovano Agrigento con il 10,4% e Caserta con il 10,9%. Le province delle grandi città metropolitane con elevato numero di supplenti hanno registrato questa incidenza: Milano 37,2% (15.469 supplenti su 41.618 posti-cattedra), Torino 33,7% (11.030 supplenti su 32.740 posti-cattedra), Roma 28,4% (16.542 supplenti su 58.156 posti cattedra), Napoli 20,6% (10.716 supplenti su 51.937 posti-cattedra).

La top-ten vede presenti quattro province lombarde (Lodi, Mantova, Milano e Monza), quattro province piemontesi (Novara, Alessandria, Biella e Verbano-Cusio-Ossola) e due province emiliano-romagnole (Reggio E. e Rimini).

Supplenti in costante aumento anche per il personale ATA

Afferma Tuttoscuola: “Si potrebbe pensare che il continuo incremento di supplenti dipenda in massima parte dai contratti a tempo determinato, annuali e in deroga, sui posti di sostegno, ma, se si pone attenzione ai supplenti ATA (collaboratori scolastici e amministrativi), dove il sostegno non ha alcuna incidenza, anche per questa tipologia di personale c’è un forte incremento.
In base ai dati relativi al 2022-23 pubblicati sul Portale unico del MIM, nel 2022-23 i supplenti con contratto annuale (13.982) o fino al termine del 30 giugno (36.439) sono stati complessivamente 50.421 su un totale di 232.972 ATA in servizio, pari al 21,6%.

Andando a ritroso fino al 2016-17, nel 2016-17 la percentuale era del 10,7%, la metà di quella registrata sette anni dopo. “Evidentemente il problema del precariato riguarda tutto il personale scolastico (docenti e personale ATA) e chiama in causa fattori comuni ad entrambi i settori, a cominciare dalla cronica lentezza delle modalità di reclutamento – conclude Tuttoscuola -. Ma indubbiamente il ‘braccino corto’ del MEF nell’autorizzare i posti da mettere a concorso e nel consentire la conversione di posti a termine in posti pieni concorre a mantenere aperto il precariato scolastico”.

qui il link all’analisi di Tuttoscuola sui dati del ministero.

Pubblicato da: Redazione
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Come docenti impegnati nella promozione dei valori democratici, del pluralismo, della cittadinanza attiva e della difesa dei diritti umani, sentiamo l’urgenza morale di prendere pubblicamente posizione in merito alla tragedia umanitaria che si sta consumando in Palestina, che coinvolge decine di migliaia di vittime innocenti, tra cui un numero senza precedenti di bambini e di civili. Le notizie e le immagini di interi quartieri rasi al suolo, di ospedali bombardati e resi inagibili, di bambini mutilati e insanguinati, di medici, infermieri e giornalisti presi di mira e trucidati, di centinaia di civili affamati e uccisi mentre aspettano un sacco di farina, meritano attenzione, non indifferenza, anche e soprattutto ora, di fronte a un nuovo, spaventoso teatro di guerra in Medioriente che rischia di occultare quelle immagini, fino a farcele dimenticare.

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