Al ministro Valditara piacciono gli annunci a “sorpresa” così si guadagna qualche bel titolone sui mass-media: E’ il caso del divieto dei telefonini a scuola: aggiorna una circolare vecchia di 2 anni che, a sua volta ne riciclava un’altra vecchia di 10.
Le scuole si sono adeguate nel corso dell’ultimo ventennio in cui si è data la diffusione di massa degli smartphone in varie modalità, spesso determinate dalla sensibilità del dirigente scolastico preposto. Ci sono realtà in cui i ‘device’ vengono ritirati durante le lezioni, in cui si ‘ordina’ lo spegnimento, in cui lo si consiglia, alcune anche dove si fa finta che il problema non esiste. Molte altre in cui si usa a scopo didattico sotto la conduzione/supervisione dell’insegnante.
Tutte formule che lasciano il tempo che trovano, chi in classe ci va lo sa bene. Divieti o permessi condizionati, servono relativamente a poco. Le circolari urlate invece servono ad acchiappare consenso, ad erigere la propaganda a sistema di ‘governance’. E funziona: un sondaggio di skuolanet ci rimbalza che il consenso è unanime in tutte le componenti: studenti, genitori e studenti.
Secondo noi un coro perbenista giacchè nasconde l’utilitarismo di ciascuna componente.
Le motivazioni alla base di questa scelta di campo inequivocabile sono le più varie. A sbilanciarsi, in questo caso, sono soprattutto gli adulti. C’è chi dice, ad esempio, che il divieto possa “servire a disciplinare gli studenti nell’essere attenti e concentrati”. Chi giudica la circolare “ottima, se non altro per abituare i giovani a sopravvivere anche se ‘scollegati’ per qualche ora”. E chi, in modo più netto, sostiene che sia giusto in quanto “la scuola non deve essere un bar ma un luogo serio”.
Poteva essere una mossa potenzialmente divisiva. Invece, la decisione del ministro Valditara, di vietare in modo assoluto – anche per scopi didattici – l’uso degli smartphone nelle scuole elementari e medie sembra mettere tutti, o quasi, d’accordo.
L’esigenza che ha guidato il ministro era quella di mettere un freno all’overdose di tecnologia. “Bisogna evitare che i cellulari rubino il desiderio di vita diventando strumenti di dipendenza e facciano dei giovani persone dentro una ‘community’ piuttosto che parte di una ‘comunità’”, ipse dixit, Valditara.
Ripetiamo, non si tratta proprio di una novità: la circolare del 2022 già vietava l’utilizzo di telefonini e di altri dispositivi elettronici, ma faceva eccezione per i casi in cui questi fossero autorizzati dal docente. Come ricorda ‘Il Sole 24 Ore’, dal 2018 la Francia ha vietato i telefoni cellulari alle elementari e alle medie. Successivamente la stessa strada è stata imboccata da Svezia, Finlandia e Olanda.
Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha precisato che, nelle prossime – e daje – nuove Linee guida sull’educazione alla cittadinanza in via di elaborazione, sarà contenuta la seguente dizione: “È opportuno evitare l’utilizzo dello smartphone nelle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado”. Si consiglia invece un uso solo didattico del tablet per le scuole primarie.
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