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9 maggio Vicenza: LA SCUOLA VA ALLA GUERRA

da | 21 Apr 2024 | Osservatorio contro la guerra, Proposte, Webpress

di AA.VV.

LA SCUOLA VA ALLA GUERRA?
NON A VICENZA, NON NEL NOSTRO NOME

Riflessioni sui rapporti tra scuole vicentine, adunata degli alpini e antimilitarismo.

Siamo docenti delle scuole di ogni ordine e grado di Vicenza e provincia. Ogni giorno entriamo nelle classi, dalla scuola dell’infanzia alle secondaria di secondo grado. Lo facciamo con passione, impegno, amore per il nostro lavoro e per studenti e studentesse che rappresentano il futuro della nostra città e della nostra società. Cerchiamo di lavorare per testimoniare ogni giorno l’importanza dei valori trasmessi dalla nostra Costituzione, tra i quali campeggia quell’articolo 11 che ci troviamo adesso a dover richiamare all’attenzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”
Nelle classi, ogni giorno, cii impegniamo affinchè futuri cittadini e future cittadine apprendano a risolvere i conflitti in modo collaborativo; affinchè riconoscano l’importanza della partecipazione e del contributo che ciascuno di loro può dare alla propria comunità, se ognuno si spende trasformando le conoscenze apprese in consapevole cittadinanza.
La scuola rappresenta, per i nostri giovani, la possibilità di imparare a confrontarsi e a convivere tra loro nel loro tempo storico. Oggi più che mai. Con la crisi climatica ormai conclamata, i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente che appaiono sempre sul punto di degenerare, diventa fondamentale promuovere una cultura di pace e di convivenza. Ne va della tenuta del nostro pianeta, della nostra esistenza come esseri umani. 
Ci risultano incomprensibili, pertanto, i messaggi che arrivano alla scuola dalle Istituzioni ad essa preposte, in occasione dell’adunata degli alpini prevista a Vicenza per inizio Maggio.
Alla luce di quanto detto, infatti, non comprendiamo a pieno le motivazioni che hanno portato a stabilire la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado nelle giornate di venerdì e sabato. Si ritiene forse davvero che la scuola venga in secondo piano, dopo le questioni logistiche e organizzative? Perché studenti e studentesse devono essere costretti a perdere una o due giornate di attività scolastica? In ragione di che tipo di evento di forza maggiore? 
Per ospitare l’adunata di un corpo di fanteria dell’Esercito italiano, ci viene risposto.
Gli alpini sono attualmente presenti nel mondo in operazioni belliche, come ad esempio in Ucraina e in esercitazioni ed addestramenti in Nord Europa. Pertanto, com’è possibile che l’Assessorato all’istruzione della Regione Veneto intitoli un progetto dedicato all’adunata alpina “Intrecci di pace”? Non possono esserci intrecci tra l’idea di pace, le azioni di guerra, le operazioni militari e le sfilate di armi. Troviamo che il titolo dell’evento sia uno spericolato funambolismo retorico.
Ancora memori delle numerose segnalazioni e dei casi di molestie sessuali che hanno caratterizzato il raduno dello scorso anno a Rimini, poco credibile ci appare inoltre la scelta di raccogliere fondi per progetti contro la violenza sulle donne. Poco credibile a maggior ragione se si riflette, contestualmente, sulla proposta dell’amministrazione di abbassare i prezzi degli alcolici nei bar e nei locali e pertanto di rendere più accessibili sostanze che possono alterare i comportamenti e le condotte di chi parteciperà all’adunata, in prevalenza uomini. Non vogliamo inoltre nemmeno commentare questa scelta da un punto di vista educativo (nè soffermarci a pensare a come sarebbe stata accolta una proposta del genere se fosse giunta da qualche gruppo giovanile).
Concludiamo, infine, esprimendo la nostra totale contrarietà ai contenuti della circolare emessa dall’Ufficio Scolastico del Veneto dell’11 Aprile, che propone agli studenti la visita alla “Cittadella deli Alpini” a Campo marzio ovvero ad assistere a, citiamo testualmente, “una vetrina espositiva ed interattiva dei più moderni mezzi ed equipaggiamenti oggi in dotazione alle Truppe Alpine dell’Esercito, chiamate ad operare in molteplici contesti, non esclusivamente montani, caratterizzati oggigiorno da una spiccata componente innovativa e tecnologica. La Cittadella offre una panoramica delle differenti capacità espresse dalle Truppe Alpine, mostrando, attraverso un percorso guidato, le differenti armi e specialità che oggi le compongono”.
Non riteniamo che una panoramica su armi e dotazioni dell’esercito possa avere valenza educativa, soprattutto in un momento storico in cui tutti i governi d’Europa stanno operando dei tagli in settori fondamentali come istuzione, sanità, servizi ai cittadini, per investirli nella difesa. A meno che non si voglia operare come denunciato dallo storico romano Tacito: ubi solitudinem faciunt, pacem appellant. Hanno fatto il deserto e lo hanno chiamato “pace”.
La pace si intreccia ogni giorno, nei luoghi di conoscenza, socialità e di relazione sana in cui si costruisce la personalità degli uomini e delle donne di domani. La pace si costruisce ogni giorno a scuola. 
Se si vuole davvero la pace, si aprano le scuole, si tacciano le armi.
Come insegnanti che hanno a cuore la pace e la convivenza tra i popoli, boicottiamo la proposta del 9 maggio!
FIRMA QUI
la circolare UST di Vicenza

Redazione Cobas e Cesp Veneto

Pubblicato da: Redazione Cobas e Cesp Veneto

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