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Perché il modello di “educazione sessuale” proposto dal Ministro Valditara è problematico

da | 7 Set 2023 | Discussione, Webpress

di coordinamenti studenteschi del Nord-Est*

Vi proponiamo qui di seguito uno stralcio del documento prodotto dai coord. studenteschi del Nord-Est e pubblicato su globalproject.info

Perché il modello di “educazione sessuale” proposto dal Ministro Valditara è problematico

…. –> Quello che è avvenuto e la narrazione che ne è conseguita sono la strenua dimostrazione del fallimento dell’attuale sistema educativo, che da anni ignora la necessità sin dalla scuola media inferiore di ricevere un’educazione sessuale adeguata, che parli di affettività slegata dalla conservazione di dinamiche patriarcali e violente. Un’educazione che tratti la centralità che ha il consenso e di come sia valido solo se esplicito e revocabile in ogni momento.

Necessitiamo insomma di una pedagogia transfemminista nei metodi e nei contenuti, che ci dia gli strumenti per impedire all’educazione patriarcale di riprodursi e riaffermarsi nelle generazioni che ci seguiranno. Che svolti completamente i programmi scolastici di stampo machista a cui i nostri testi sono relegati, che smetta di promuovere ideali di violenza e di oppressione dei corpi.

Questo il nostro “caro” Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara sembra ancora non averlo compreso, date le sue ultime dichiarazioni e proposte.

Maneggiando la questione come un’anomalia che necessita di un intervento emergenziale, Valditara propone un progetto di educazione sessuale nelle scuole che inizi questo settembre e si protragga non oltre il 25 novembre di questo stesso anno, che andrà a coinvolgere molto probabilmente solamente chi frequenta dal terzo al quinto anno. Già a questo punto non è difficile coglierne le criticità, a partire dalla durata, in contrapposizione netta alla richiesta e necessità di avere un’educazione sessuale costante, ricca e completa. Ma non è da trascurare la possibile esclusione dellə studentə più giovani dal progetto, volontà che porta con sé il carico dei tabù che ci vengono impressi fin dall’infanzia, e che continuano a rafforzare lo stigma che ci è costruito intorno.

Ma non è tutto, perché se le modalità sono preoccupanti i contenuti proposti lo sono ancor di più. Infatti, secondo il nostro Ministro, ciò che lə giovani hanno bisogno di apprendere prima di tutto sono le conseguenze penali dei reati per stupro e violenza, e riconoscere l’importanza di “denunciare perché i colpevoli vengano puniti”. Afferma inoltre che queste poche ore di “educazione alla sessualità” saranno incentrate sul “contrasto alla violenza di genere”. …….–>

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