Inizio 5 Cesp 5 Disorientati. Alcune riflessioni a caldo sulle Linee guida per l’orientamento.

Disorientati. Alcune riflessioni a caldo sulle Linee guida per l’orientamento.

da | 14 Apr 2023 | Cesp, Cesp Padova, Discussione, Materiali, Primo piano

Dis_orienta_ti.

Alcune riflessioni a caldo sulle Linee guida per l’orientamento.

È di qualche giorno fa la pubblicazione, da parte del MIM, delle Linee guida per l’orientamento, una serie di indicazioni operative per le scuole, che si inseriscono nel quadro di ristrutturazione della Scuola previsto dal PNRR. Ad esse si possono associare la riforma degli istituti tecnici e dei professionali, la riforma del reclutamento dei docenti, il Piano Scuola 4.0 e la riforma sulla formazione del personale.

Tutte misure coerenti tra loro e soprattutto con l’obiettivo, apertamente dichiarato, di rendere la scuola maggiormente funzionale al mercato del lavoro.
Nelle Linee guida viene chiarito fin dalle prime righe che l’orientamento diverrà nei prossimi anni uno degli aspetti primari su cui la scuola dovrà concentrarsi. Sorge allora la seguente domanda.

Orientarsi verso cosa?
Per rispondere possiamo prendere spunto da un paio di passaggi contenuti nel documento (da qui in avanti userò il corsivo per citare le parti prese dal testo ministeriale):
è un processo volto a facilitare la conoscenza di sé, del contesto formativo, occupazionale, sociale culturale ed economico di riferimento, delle strategie messe in atto per relazionarsi ed interagire in tali realtà….Nei percorsi di istruzione secondaria l’orientamento efficace (…) esige “un più forte accento sullo sviluppo delle competenze di base e di quelle trasversali (…) fondamentali anche per promuovere l’imprenditorialità giovanile; (…) l’innalzamento dei livelli di apprendimento in ambito lavorativo; (…) una più stretta integrazione fra l’istruzione, la formazione professionale, l’istruzione superiore, l’università e le imprese…

In pratica si tratta di un percorso volto a far acquisire agli studenti la consapevolezza di chi si è, del contesto sociale ed economico in cui ci si trova e delle opportunità che il mondo del lavoro offre a loro, in modo da favorirne l’adattabilità al mercato.
A tale scopo dal prossimo anno scolastico le scuole secondarie di primo e secondo grado dovranno attivare per gli studenti dei moduli di orientamento formativo, ovvero pacchetti di attività di almeno 30 ore annue anche extra-curricolari. All’erogazione di questi moduli potranno partecipare anche attori esterni alle scuole provenienti dal mercato del lavoro e dalle imprese, che così trovano nuove vie per inserirsi nel sistema scolastico. Il tutto dovrà aiutare gli studenti nella costruzione del personale progetto di vita culturale e professionale.

C’è progetto di vita e progetto di vita.
A beneficiare dei moduli per la crescita culturale saranno gli studenti liceali, per i quali l’orientamento sarà rispetto alla scelta di un percorso di studi universitari. Per loro le Linee guida raccomandano una particolare enfasi verso la promozione delle discipline tecniche, ovvero quelle di più immediata applicazione professionale.
Per gli studenti di professionali e tecnici, invece, l’orientamento sarà di tutt’altro altro stampo. Per loro infatti, al fine di migliore l’efficacia dei percorsi orientativi, i moduli curriculari di orientamento formativo nelle classi terze, quarte e quinte sono integrati con i PCTO.

Con la recente riforma di questi istituti è già previsto che le componenti datoriali partecipino attivamente alla pianificazione dell’offerta didattica delle scuole. Ora con l’orientamento avranno a disposizione un discreto monte ore annuo in cui disporre degli studenti indirizzando le loro scelte. Si aggrava così il solco tra le scuole per chi studia e quelle per chi deve andare a lavorare il prima possibile. Per questo motivo nelle Linee guida viene anche predisposto lo strumento che dovrà accompagnare gli alunni durante la loro carriera scolastica.

L’E-Portfolio.
Si tratta di un rafforzamento del già discutibile “curriculum dello studente”. Ha il compito di fornire un quadro unitario del percorso scolastico di ogni alunno, dei suoi punti di forza e debolezza in modo da orientarne la scelta del percorso formativo.
Lo studente sarà tenuto, con l’aiuto di un docente-tutor, a redigere negli anni il suo E-Portfolio fornendo una panoramica sintetica di quel che ha da offrire. Nelle linee guida infatti leggiamo che l’E-Portfolio consente di mettere in evidenza, oltre che le immancabili competenze digitali, le più importanti prove di una trasformazione di sé, delle relazioni con la cultura, il sociale, gli altri e il mondo esterno, a partire dal mondo del lavoro e del terzo settore.

Tuttavia né l’inserimento dei moduli di orientamento formativo nell’offerta didattica, né la schedatura degli studenti tramite l’E-Portfolio possono realizzarsi in modo efficace senza il contributo dei docenti. Per questo sempre le Linee guida riportano la necessità che nelle scuole siano presenti docenti formati e motivati.

Formati e motivati.
Una tale affermazione, degna del peggior stage motivazionale, non può che risultare offensiva per tutta la categoria se si considera la miseria retributiva in cui versa (tra gli stipendi più bassi d’Europa), l’abuso del precariato (per cui l’Italia è stata condannata dalla corte di giustizia dell’UE) e le situazioni di pesante sovraffollamento in cui si è spesso costretti a lavorare.
Quest’ultimo aspetto, in particolare, si lega alla nascente Scuola di Alta Formazione, la quale, vale la pena ricordarlo, verrà finanziata con l’esubero di circa diecimila docenti. Esubero motivato dal calo demografico. In pratica, di fronte alla possibilità di ridurre il numero di studenti per classe, a parità di costi, il governo ha invece scelto di diminuire gli insegnanti. Il tutto per finanziare una scuola che ci spiegherà come essere motivati.

Viene in mente una lunga lista di parole, ed epiteti, per commentare questo progetto. Mi limito ad una.

Ipocrisia.
L’ipocrisia di fondo di queste linee guida sta nell’affermare che far partecipare il privato alla costruzione delle scelte di vita degli studenti sia qualcosa che va a vantaggio di questi ultimi.
Nella realtà dei fatti si sta procedendo verso una scuola marcatamente classista, assoggettata ai voleri del mercato del lavoro. Dove agli studenti fin da piccoli viene insegnato a capire qual è il proprio contesto socio-economico di riferimento, quali sono le possibilità alle quali possono ambire e come adattarsi all’offerta occupazionale.
Il tutto a totale vantaggio dei privati, che come logico ricercano il profitto e potranno così usufruire della scuola come un grande bacino di arruolamento e formazione di forza lavoro, scaricando i costi sulla collettività.
Avvicinare gli studenti alle imprese vuol dire fare un favore, l’ennesimo, alle imprese stesse.
Dire il contrario significa non rendersi conto che in Italia gli under 30 percepiscono salari tra i più bassi d’Europa (solo la Romania fa peggio di noi). Significa non vedere i due milioni di giovani espatriati all’estero in cerca di un futuro migliore, molti dei quali laureati. Significa dimenticarsi dell’inaccettabile numero di morti sul lavoro in questo paese, nelle cui fila negli ultimi anni si sono aggiunti anche gli studenti coinvolti in PCTO.

Come lavoratori della scuola abbiamo il dovere di ribadire tutto questo all’interno di ogni organo collegiale e non solo, anziché affannarci per adattarci all’ennesima irricevibile circolare ministeriale.

Francesco Pensabene
per il CESP di Padova

Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

Centro studi per la Scuola Pubblica

Via Monsignor Fortin 44 – Padova

Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

Categorie

Archivi

Shares
Share This