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Le FF.AA nelle scuole

da | 30 Mar 2023 | Discussione, News, Proposte

 

Da oltre un paio di decenni, con il ripristino della festività del 2 giugno, la celebrazione delle Forze Armate, come istituzione garante dell’unità nazionale della Repubblica, è divenuta il grimaldello per una marcata torsione costituzionale e per un progressivo elogio della vita militare, presentata con grande retorica nelle scuole del nostro Paese in occasioni come il 4 novembre o altre ricorrenze belliche, tra cui le battaglie a fianco dell’esercito nazista (El Alamein, Nikolajewka), ma dimenticando quelle veramente eroiche (come la resistenza del battaglione Aqui, Carabinieri e Finanzieri a Cefalonia dopo l’8 settembre). Con la fine dell’URSS nel 1991 sono iniziate missioni militari internazionali con la partecipazione italiana, dal Medio Oriente ai Balcani, sotto l’egida ONU e NATO. Da allora è pure iniziata nel nostro Paese una discussione sull’interpretazione autentica dell’articolo 11: il confronto – tra chi pone l’accento sul “ripudio” della guerra e chi sostiene come in determinate circostanze non vi siano impedimenti costituzionali per interventi promossi da “organismi internazionali” – ha visto il baricentro prendere verso quest’ultima concezione: così, lo spirito costituzionale ha subito una sostanziale trasfigurazione. Gli eufemismi per mimetizzare l’ideologia bellicista con messaggi propagandistici non sono una prerogativa esclusivamente italiana, né dell’Occidente: ad esempio, l’utilizzo della formula propagandistica “Operazione Speciale” – per non utilizzare il termine “guerra” contro l’Ucraina – da parte di Putin è il segno di come la belligeranza stia tornando ad essere strumento di risoluzione delle controversie internazionali. In questi anni, anche in Italia le operazioni militari all’estero sono state accompagnate da un processo di manipolazione del senso comune, accentuatasi da quando la funzione difensiva dell’esercito italiano ha lasciato il campo alla professionalizzazione delle Forze Armate con la legge 226/2004, con cui dal 1° gennaio 2005 è sospeso il servizio di leva. La naturale accoglienza positiva di tale legge da parte della maggioranza dei giovani ha avuto un contrappasso con la pervasiva diffusione

di una ideologia bellicista nella società.

Questa pervasività dell’ideologia di guerra non sta risparmiando le scuole e il sistema educativo: sono proliferate negli anni iniziative di coinvolgimento delle scolaresche, di ogni ordine e grado, ad numerose iniziative in cui le Forze Armate sono state promosse ad agenzia formativa ed educativa, con il compito di presentare e promuovere i principi costituzionali di pace e solidarietà. È abbastanza straniante che venga affidata alle Forze Armate la formazione sui principi costituzionali rivolti a fasce di studenti che vanno dai tre anni ai 18 (dalle Materne alle superiori), anche in considerazione

che all’interno dei corpi militari sono spesso tollerati, quando non incoraggiati, bullismo e comportamenti prevaricatori, e in certi casi “nostalgie” per il fascismo. Possiamo infatti registrare, ancora a macchia di leopardo, ma in crescita, la proliferazione di iniziative rivolte alle scolaresche, in cui sono previste visite alle caserme ed esposizione di nuovi mezzi da combattimento (tra cui F-35 ed Eurofighter): ad esempio, dal 24 al 29 marzo in Piazza del Popolo a Roma, per il centenario dell’Aeronautica Militare, si tiene la mostra Air Force Experience, rivolta alla cittadinanza, ma soprattutto ai giovani delle scuole; il 27 aprile a Pisa si celebra ormai da molti anni la “Giornata della Solidarietà” (per ricordare Nicola Ciardelli, Capitano dell’Esercito nella ”Operazione Antica Babilonia” durante l’occupazione internazionale dell’Iraq, morto nell’attentato di Nassiriya del 2006) in cui le scolaresche partecipano a vari progetti e incontri anche in caserme operative. Ancora, si diffondono sempre di più le presentazioni nelle scuole per l’orientamento ai percorsi post-scolastici da parte di Forze Armate, al pari delle Università statali e (purtroppo) private; a questo si aggiunga che da parte delle scuole vengono stipulate convenzioni con corpi militari per lo svolgimento delle attività di PCTO, in cui si sviluppano

progetti che prevedono la presenza di studenti nelle caserme, o infine forme surrettizie di propaganda come la promozione nelle palestre scolastiche della cosiddetta Ginnastica Dinamica Militare.

Quello che emerge è un progetto teso a promuovere la vita e la carriera militare come un’opzione professionale da incentivare ed equiparare a qualunque altra, esaltando lo spirito e l’orgoglio militarista: in questo modo, si diffonde e si rafforza l’ideologia della guerra come strumento necessario per mantenere gli equilibri internazionali, mentre si contribuisce a stravolgere il dettato costituzionale che “ripudia la guerra” come “mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Un ‘open day’ aperto a tutti, a cui però hanno partecipato anche gli alunni di 5 classi delle scuole primarie Zerboglio di Pisa. “Bambini dai 6 ai 10 anni che come attività educativa hanno potuto giocare alla guerra con aerei militari. Non è questo che dovrebbe insegnare la scuola”. E’ critica la rappresentanza pisana dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole circa l’iniziativa attivata dall’istituzione scolastica di via Gori per il centenario della fondazione dell’Aeronautica Militare di ieri, 28 marzo. Un’adesione che non sarebbe stata discussa nelle tradizionali sedi scolastiche, per questo il gruppo si è riunito davanti l’Ufficio Scolastico Provinciale, soggetto che ha inizialmente inoltrato la circolare circa l’evento, a cui poi la scuola ha scelto di aderire. 

“Abbiamo ricevuto segnalazioni dai genitori – spiega Fausto Pascali dell’Osservatorio – che hanno scritto al dirigente scolastico chiedendo che l’iniziativa fosse cancellata o che almeno ci fosse un’alternativa. Tale alternativa è stata farli andare a scuola spostandoli in altre classi. Noi siamo convinti che la scuola debba garantire un’educazione alla pace, mantenendo un approccio critico a ciò che sono e rappresentano le forze armate. Una narrazione che le dipinge solo come ‘intervento umanitario’ è una narrazione tossica e deleteria per i nostri giovani studenti. I fini e le missioni dell’Aeronautica Militare riguardano la tutela degli interessi nazionali, come proteggere gli asset estrattivi di Eni o partecipare ai bombardamenti in Libia nel 2011″. 

Alunni delle Zerboglio ai 100 anni dell’Aeronautica: “E’ guerra insegnata ai bambini”

L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole ha carattere nazionale e raccoglie in una pagina Facebook le segnalazioni circa le presenze delle forze armate nelle scuole. Vi hanno aderito Cobas Scuola Pisa, Coordinamento per il ritiro delle missioni militari all’estero – Livorno, Comitato No Camp Darby, Cub Pisa, Movimento No Base né a Coltano né altrove, Un Ponte Per – Comitato Toscano, Cambiare Rotta Rifondazione Comunista Pisa, Una Città in Comune. “Monitoriamo e sensibilizziamo su questo tema – spiega Giuseppe Saraceno dei Cobas Scuola – perché riteniamo inaccettabile questo connubio: la scuola non può essere al servizio del Ministero della Difesa, qualsiasi luogo militare non è uno spazio didattico. Invitiamo la cittadinanza a firmare l’appello contro la militarizzazione delle scuole, a cui hanno già aderito numerose personalità importanti”. 

Martina Mocci, del Movimento No Base, sottolinea come iniziative come l’open day dell’Aeronautica MIlitare, con alzabandiera, mostra statica e dinamica di velivoli, sorvoli e intrattenimenti, sia una “grave propaganda fatta a bambini molto piccoli. Noi del Movimento No Base facciamo laboratori nelle scuole superiori proprio per favorire il senso critico rispetto influenze della cultura bellicista come questa, specie in un momento storico come quello l’attuale. Siamo a disposizione per estendere questa esperienza anche ad altre scuole”.

Fra le critiche c’è anche quella all’amministrazione comunale pisana, in quanto ha messo a disposizione gratuitamente il trasporto autobus per le scuole per l’evento, qualora ne avessero fatto richiesta. “Ci sono sempre criticità in città per assicurare il trasporto pubblico scolastico – ha detto Leila D’Angelo di Una città in comune – in questo caso lo stesso è stato messo al servizio di un’esaltazione ludica della figura del militare. L’Italia ripudia la guerra, dovremmo ricordarcelo”. 

da pisatoday.it

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

Co.bas. Scuola

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I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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