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LA DICITURA ” del MERITO”

da | 26 Ott 2022 | Materiali

LA DICITURA ” del MERITO”

di Beppi Zambon

“Il valore dell’istruzione, a partire dal rispetto per i docenti, è al centro del mio impegno, che porterò avanti in un ascolto costante e in un confronto costruttivo con i protagonisti del sistema che la scuola la vivono tutti i giorni, nell’esclusivo interesse degli studenti e delle loro famiglie. È su questi presupposti che lavoreremo per una scuola che torni a essere un vero ascensore sociale e che non lasci indietro nessuno”. Lo dice il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
“Il merito, che il governo ha voluto aggiungere nella denominazione del ministero dell’Istruzione, è anzitutto un valore costituzionale, chiaramente affermato e declinato dall’articolo 34 della Costituzione. La scuola è l’infrastruttura più importante del Paese. Deve, in primo luogo, saper individuare, valorizzare e fare emergere i talenti e le capacità di ogni persona indipendentemente dalle sue condizioni di partenza – prosegue il ministro – perché ciascun giovane possa avere una opportunità nel proprio futuro, tra l’altro in consonanza con la lettera e lo spirito dell’articolo 3 della Costituzione. Favorire il merito significa dare alle scuole infrastrutture e dotazioni di qualità, valorizzare gli operatori scolastici, sintonizzarsi con il mondo del lavoro, agire sulle competenze, fornire gli strumenti per sviluppare un percorso di crescita individuale e collettivo”

Questo è quanto dice e vuole evidenziare il neo ministro Valditara, che, come è bene si sappia, tanto ‘neo’ non è, essendo stato il ministro-ombra nella riforma Gelmini e ghost-rider in tema di istruzione per la Lega nei tempi successivi fino all’odierna incoronazione. Un tecnico assai politico che porta avanti con coerenza il progetto trasformativo dell’istruzione scolastica, declinato in funzione neo liberista.
Non è una novità: già nel ‘libro bianco’ della Commissione europea Delors (1996) c’erano i semi di questo mutamento su scala europea, Luigi Berlinguer (1997) tentò d’emblée in farla passare, attraverso la legge finanziaria, nel nostro paese. La cosa non riuscì al governo, per una fortissima resistenza di tutta la scuola, innervata dal lavoro critico dei Cobas Scuola: Berlinguer si dimise, lo sostituì il linguista (laico-progressista) Tullio de Mauro che si barcamenò fino all’avvento della Moratti e poi giù a valanga fino alla ‘Buona Scuola’ di Renzi, fino alla legge 79/22 del governo Draghi sul reclutamento. Il tutto accompagnato da un decennale forsennato attacco mediatico alla professione docente (riscontrabile anche nella pesantissima perdita di potere d’acquisto degli stipendi nell’intera categoria) e da un affievolirsi della voce degli insegnanti e delle sacche di effettiva resistenza all’incedere delle ‘controriforme’. L’impianto della scuola pubblica italiano da liberista (Delors/Berlinguer) è divenuto viepiù marcatamente neoliberista nel passaggio da ministro in ministro, fino al suggello del percorso nel cambio odierno della denominazione del Ministero.
Non è un avventuroso cambiamento nominalistico, bensì la registrazione di una mutazione paradigmatica: è la ‘costituzione materiale’ che si appalesa e sopravvanza la Costituzione (formale).
Si potrebbe parafrasare: ‘Sono i rapporti di forza, Bellezza!’. Che si rappresentano classicamente, come è costume nell’agire politico della Destra.
Invece come leggiamo sopra lo stesso ministro Valditara non se la sente – ancora – di rivendicare apertamente la codificazione del passaggio intervenuto, ma usa per giustificare la denominazione “del Merito”, mistificandolo, il contenuto stessso della nostra Costituzione, che agli articoli 3, 33, 34 statuisce ben altro per la scuola pubblica. E’ in questo interstizio, in questa titubanza che possiamo inserirci – tutt* coloro che ‘amano’ la funzione ‘originaria’ della scuola pubblica – per aprirci un varco e rilanciare un percorso trasformativo ‘dal basso’ della scuola.

* immagine tratta da qui

Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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