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IL DISERTORE

da | 21 Mar 2022 | Materiali

Quando Boris Vian scrive questa canzone siamo nel 1954 e la Francia si trova fra la guerra d’Indocina e il conflitto franco-algerino. La storia della redazione del testo è travagliata (qui è raccontata con dovizia di particolari): la sua sopravvivenza è sempre stata legata a un’opera costante di erosione, revisione e autocensura, date le molte accuse di antipatriottismo e antimilitarismo. Strana canzone: è contro la guerra, ma non è stata necessariamente “pacifista”, sicuramente non in senso stretto. Il protagonista rifiuta la guerra, ma non reagisce passivamente e reclama il diritto di difendersi da uno stato ingrato che tutto pretende, preannunciando che, se costretto, risponderà alla pari. Violenza con violenza. Le due strofe finali che rappresentano questo aspetto (Se mi fa perseguire avverta i suoi gendarmi/ che sono armato e che so sparare) sono state forse le prime a essere sostituite con qualcosa di più gestibile, di più cantabile, ma questo non ha impedito poi ulteriori modifiche da parte di traduttori, parolieri e musicisti. Con questo vogliamo esprimere la nostra vicinanza e solidarietà a tutti coloro che rifuggono la guerra dentro e fuori gli Stati belligeranti.G.Z.

IL DISERTORE

di Boris Vian, cantata in italiano e musicata da Ornella Vanoni, Ivano Fossati e altr*

Signor presidente, le scrivo una lettera

che leggerà, forse, se avrà tempo.

Ho appena ricevuto la cartolina militare

per andare alla guerra entro mercoledì sera.

Signor presidente, non voglio farlo

ma sono sulla terra per uccidere brava gente.

Non per farvi arrabbiare, ma devo dirlo

ho preso la mia decisione: diserterò.

Dacché sono nato ho visto partire i miei fratelli

ho visto morire mio padre e piangere i miei figli

mia madre ha tanto sofferto che è nella sua tomba

e se ne fotte delle bombe come se ne fotte dei vermi.

Quand’ero in prigionia hanno rubato la mia anima

hanno rubato la mia donna con tutto il mio passato.

Domani uscirò sbattendo la porta

in faccia agli anni morti: vivrò sulla via.

Mendicherò la vita sulle strade di Francia

dalla Bretagna alla Provenza e dirò alla gente

“Rifiutate di obbedire, non fatelo

non andate in guerra, rifiutate di morire”.

Se si deve versare del sangue vada a versare il Suo

caro “buon apostolo”, signor Presidente.

Se mi fa perseguire avverta i suoi gendarmi

che sono armato e che so sparare.

In un secondo tempo sarà lo stesso Boris Vian a sostituire gli ultimi due versi con:

Se mi fa perseguire avverta i suoi gendarmi

che non ho armi e che possono sparare.

Pubblicato da: Cesp Veneto

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