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RAPPORTO SULLA SCUOLA DI CITTADINANZA ATTIVA

da | 23 Set 2021 | Autodifesa

RAPPORTO SULLA SCUOLA DI CITTADINANZA ATTIVA

di Cobas scuola PD Proponiamo in allegato il rapporto annuale che Cittadinanza attiva predispone per offrire uno sguardo attento alla sicurezza e allo stato dell’arte della scuola italiana. Un lavoro, dei dati utili che tolgono il velo propagandistico che ci viene propinato quotidianamente dai governi di turno, dai mass-media: ora più che mai utili, posto che i denari, i fondi europei per mettere mano ai malanni della scuola ci sarebbero, ma la cui destinazione è oscurata dalla gran ‘distrazione di massa’ operata dal continuo parlare e sparlare del green pass. Dopo settimane di annunci sulla scuola fuori dalle righe, mentre i dettagli più significativi sul Pnrr continuano a latitare, il XIX Rapporto «Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola» presentato ieri da Cittadinazattiva ha riportato alla realtà, e alla concretezza della politica, anche il «governo dei migliori». Nelle scuole italiane, soprattutto nelle superiori (il 55%), ci sono 458.664 mila studenti che vivono e studiano in 16.909 classi fuori legge perché ospitano più di 25 persone. E più della metà degli istituti è privo del certificato di agibilità statica (54%) e di quello di prevenzione incendi (59%); il 39% è senza collaudo statico. Il patrimonio scolastico è vetusto: ha un’età media di oltre 53 anni e, fino ad oggi, questa situazione non è mai stata presa seriamente da gran parte della politica a tutti i livelli istituzionali. CITTADINANZATTIVA ricostruisce la genesi di questa realtà e la storia che racconta è molto interessante. Il fenomeno delle «classi pollaio» sta aumentando in maniera ininterrotta a causa del governo Berlusconi, quello che tagliò 8 miliardi di euro alla scuola (dunque classi e cattedre) tra il 2008 e il 2010 con la legge Tremonti-Gelmini. Alla base del sovraffollamento delle aule c’è un «paradosso normativo»: da un lato, c’è una norma anti-incedio che vieta più di 25 alunni per classe e una che stabilisce un’altezza di 3 metri e uno spazio vitale da 1,80 mq e 1,96mq per studenti; dall’altro lato c’è un decreto del presidente della Repubblica del 2009, frutto del recepimento della legge Tremonti-Gelmini, che ha permesso di aumentare il numero degli studenti per classe fino a trenta nelle scuole superiori. Ed è proprio in queste scuole che oggi gli studenti vivono, in maggioranza, in classi fuori legge. *** -* 25 è il numero massimo di studenti oltre il quale le classi sono considerate «sovraffollate». In questa situazione si trovano le superiori (7% del totale di oltre 369 mila). Le regioni più colpite sono: Lombardia (con 1889 classi), l’Emilia Romagna (1131), la Campania (1028).
  • 195 saranno le scuole che il governo Draghi dice di volere costruire, con i soldi del Pnnr, «entro il 2026». Accoglieranno circa 58 mila studenti per una superficie complessiva di due miliardi e 400 milioni di metri quadri. Nel 2021 però oltre 450 mila studenti vivono nelle «classi pollaio»
  • 17 mila scuole in zone ad elevata sismicità, 4 milioni e 300 mila studenti vivono in queste zone. Nelle zone terremotate nel 2016 sono in corso 433 interventi per 1,2 miliardi
  • Edifici vecchi, età media 53 anni. Secondo Cittadinanzattiva gli edifici scolastici in Italia hanno un’età media di 53 anni. L’associazione lamenta la «quasi totale assenza di fondi da parte dello stato per 20 anni» dopo il passaggio del patrimonio edilizio a comuni, province e città metropolitane. Poi c’è l’assenza o carenza di manutenzione per mancanza di fondi a causa del patto di stabilità. Criticata la «scarsa considerazione di gran parte dei rappresentanti istituzionali» sul problema.
  • 35 crolli avvenuti in dieci mesi. tra il 2 ottobre 2020 ed il 4 agosto 2021 insieme a distacchi di intonaco, di finestre, muri di recinzione, alberi caduti in prossimità delle scuole e incendi. Di questi dieci sono avvenuti in Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna, 16 in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, 9 nel Lazio, e in Toscana). 4 i feriti. Tragedie evitate grazie alla Dad. Dal 2013 i crolli censiti sono stati 361, i feriti 63.
  • Asili nido in crescita ma lontani dall’Ue. Nel 75% dei casi i Comuni nel corso del 2021 hanno garantito il pieno funzionamento degli asili nido, come nel periodo pre covid. Tra le eccezioni, la Campania in cui solo nel 38% dei casi si è riusciti a garantire il servizio (in 9 casi esso è stato addirittura sospeso) e la Puglia, nel 45% dei nidi. L’offerta è in parte cresciuta: dai 22,5 posti nel 2013 ogni 100 bambini con meno di 3 anni fino ai 25,5 del 2018/19. Siamo ancora lontani dagli obiettivi europei di 33 posti ogni 100 bambini.
  • Bianchi contestato sulle mascherine. In classe senza mascherina con gli studenti immunizzati, «non è un azzardo ma un obiettivo» ha sostenuto ieri il ministro Patrizio Bianchi. Per il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta è rischioso perché «non ci sono evidenze scientifiche». Per la Flc Cgil fin’ora non si è discusso veramente di sicurezza, classi pollaio trasporti e screening e chiede un confronto tra sindacati e governo sul protocollo sicurezza «disapplicato».
  • Protezioni, privacy a rischio a Trento. Il Garante dei diritti dei minori di Trento Fabio Biasi ha espresso «viva preoccupazione» per le «segnalazioni di genitori, con figli minori non vaccinati sull’uso della mascherina. Ai dirigenti ha chiesto di adottare misure per garantire il rispetto della privacy e evitare la discriminazione tra alunni. «Ogni richiesta di conoscere lo stato vaccinale degli alunni è illegittima». Si rischia di determinare disagio, umiliazione e perfino bullismo».
  • Gimbe: Obiettivo 100% in presenza a rischio. Per il Gimbe si rischia di minimizzare il rischio della circolazione del Covid nelle scuole. I vaccini per gli under 12 anni non sono disponibili, per gli over 12 anni la copertura ha nette differenze regionali. Le mascherine si usano solo dalla scuola elementare in poi, manca uno screening sistematico e il distanziamento è subordinato agli aspetti logistici mentre mancano interventi strutturali su aerazione, ventilazione e trasporti. È una strategia «molto rischiosa puntare esclusivamente sulla vaccinazione del personale scolastico e degli studenti over 12». Anche per questo l’obiettivo del 100% di scuola in presenza è a rischio.
  • Solo il 6,1% del personale non è vaccinato. Il Report Gimbe sulla Sicurezza nelle scuole, illustrato ieri da Nino Cartabellotta durante la presentazione del rapporto di Cittadinanzattiva, sostiene che i non vaccinati tra il personale scolastico è pari al 6,1%. A Bolzano è il 21,2%, a Trento il 18%, Valle d’Aosta, Piemonte, Sicilia, Basilicata 10,9%, Lombardia 10,5%, Umbria, Liguria, Puglia, Sardegna 5%, Emilia Romagna, Veneto e Marche 3%. In sette regioni – Lazio, Friuli Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Campania, Toscana e Calabria – il 100% del personale risulta aver concluso la vaccinazione.

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Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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