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La scuola che vogliamo

da | 4 Gen 2020 | Cobas scuola di Padova

ALCUNI SPUNTI PER LA SCUOLA CHE VOGLIAMO

di Cobas scuola Padova 1) Risorse: L’Italia spende il 3,5% del PIL (circa 60 MLD) contro una media UE del 5%; siamo con la Grecia fanalino di coda, abbiamo bisogno di risorse vere non solo delle parole del ministro Fioramonti. Le risorse devono essere finalizzate all’adeguamento delle strutture edilizie, al potenziamento e miglioramento del servizio, all’assunzione dei precari e l’adeguamento degli stipendi alla media europea. 2) 20 alunni per classe è l’obiettivo: passare dal numero massimo di 30 e oltre (scuola secondaria di secondo grado) a quello di 25 è necessario, ragionevole e applicabile, posta la dimensione media delle aule scolastiche in uso e la vigente normativa sulla sicurezza, le opportunità didattiche, il recupero dello svantaggio, l’inserimento degli alunni disabili. 3) Tempo scuola:
  • No alla riduzione del percorso scolastico: non c’è alcun motivo didattico per ridurre la durata degli studi dagli attuali 13 a 12 anni, non vi è alcun obbligo di “adeguarsi all’Europa”.
  • Una scuola che rispetti i tempi degli alunni e che dia riconoscimento alla centralità della sfera affettivo-relazionale.
  • Tempo pieno: deve essere garantito a tutte le famiglie che ne fanno richiesta ed esteso a tutte quelle zone che ne sono oggi prive per mancanza di strutture, senza surrogarlo con il doposcuola.
4) Scuola dell’infanzia: obbligo dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia, generalizzazione su tutto il territorio nazionale. 5) Scuola primaria: all’interno dei 5 anni della scuola primaria dare spazio e centralità al tempo pieno, come modello didattico, invertendo la tendenza al “modularismo forzato” attuata negli ultimi 10 anni. 6) Scuola secondaria di primo grado: non c’è alcun motivo di accorciarne il percorso né di fonderla con la scuola primaria, poiché i due ordini corrispondono a periodi diversi della crescita dei/lle bambini/e, accompagnando il passaggio dalla seconda infanzia alla pre-adolescenza. 7) Obbligo scolastico a 18 anni: formazione professionale solo ed esclusivamente dopo il compimento dell’obbligo scolastico o del 18^anno di età. Gratuità del libri di testo per tutto l’obbligo scolastico. 8) Scuola secondaria di secondo grado: va introdotto un biennio unitario propedeutico al triennio di specializzazione, da raccordare compiutamente con i tre anni precedenti: la scuola secondaria di secondo grado deve fornire, oltre ad una solida preparazione di base, capacità critica. Abolizione del numero chiuso e accesso libero per tutti gli studenti alle università a conclusione del percorso scolastico. 9) Democratizzazione e valorizzazione degli Organi Collegiali: Centralità del consiglio di classe come nucleo primario della collegialità, e della dialettica tra valutazione individuale del insegnante e quella collettiva. Mantenere ed ampliare le strutture democratiche: assemblea degli ata, degli studenti e dei genitori. Il Consiglio di istituto deve rappresentare tutte le componenti interne (studenti, genitori, ata, docenti) con piena decisionalità e con il presidente eletto tra i genitori. 10) Insegnamento facoltativo della Religione Cattolica al di fuori dell’orario curricolare o trasformazione curricolare in Storia e Filosofia delle religioni: se si prevede un ruolo per i docenti di religione non può che essere alla pari di tutti gli altri, su graduatoria pubblica senza alcuna ingerenza della Curia. 11) La valutazione: rivalutare il modello della cultura critica che si fonda sulla relazione educante e che non pretende di assolutizzare il momento della valutazione ma lo intreccia ai percorsi dell’apprendimento; no alla obbligatorietà della Prove Invalsi. 12) La formazione degli insegnanti: laurea abilitante nel normale percorso universitario (triennio unitario e specializzazione didattica nel biennio); aggiornamento periodico, introducendo a tal fine la fruizione dell’anno o semestre sabbatico. 13) Abilitazione, assunzione, reclutamento: sono oltre 200 mila lavoratori precari, docenti e ata (il 20% del totale): stabilizzazione per coloro che hanno maturato 36 mesi di servizio su tutti i posti disponibili. I 36 mesi effettuati vanno considerati ‘abilitanti’ per chi non lo fosse. Anno di prova con valutazione abilitante, secondo anno di prova confermativo e stabilizzante. Concorso riservato per il ruolo post stabilizzazione. 14) Applicazione della recente sentenza n.25101 del 08/10/2019 della Corte Suprema di Cassazione a Sezioni riunite. La sentenza riafferma con forza il principio secondo il quale non è possibile diminuire le ore di sostegno stabilite dal Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.). Se ciò accade, si lede il diritto allo studio ed alla pari opportunità, con palese discriminazione.

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Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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